News

ESCLUSIVO SoloLecce.it. I "CASI" ARBITRALI affidati alla penna di un ex arbitro nazionale

Ecco il resoconto di Atalanta-Lecce, la "pagella" arbitrale, scritta da un tecnico

31.12.2023 13:49

BERGAMO - Davvero mediocre, priva di personalità e piatta, la gara di Manganiello della Sezione AIA di Pinerolo, arbitro di questo Atalanta-Lecce che andiamo a sviscerare dal lato della prestazione arbitrale.

Con lui affonda anche la prestazione dell'assistente numero due Filippo Valeriani della Sezione AIA di Ravenna che su due posizioni regolari di altrettanti attaccanti dell'Atalanta lanciati in porta riesce nell'impresa di sbagliare la valutazione di entrambi, segnalando due posizioni di fuorigioco inesistenti che macchiano la sua partita.

Sin dalle prime battute Manganiello cerca la strada della soglia alta dell'intervento disciplinare, che per i profani che ci leggono vuol dire non tirare fuori sempre il cartellino giallo a ogni fallo corposo, ma anzi amministrare con richiami a voce e personalità l'andamento agonistico della gara. Un tentativo che il fischietto di origini salernitane manca clamorosamente, gettando a mare tutta la prestazione.

Atalanta e Lecce infatti decidono di menarsi come fabbri soprattutto nel 1° tempo, complice il “fate pure” dell'arbitro.

Al 9' Ramadani affossa Scamacca con un intervento davvero rude, ma non succede nulla, e ci può stare nell'economia di una soglia disciplinare alta che però viene applicata inspiegabilmente anche un minuto dopo quando Gendrey tenta di portare a casa la maglia di Koopmeiners, strattonandolo lungamente e impedendogli la corsa lanciata verso la fascia e il cross. Giallo mancante.

Clamoroso il provvedimento disciplinare mancante al 14', quando Kaba con un intervento quasi da “arancione” travolge Scamacca in fase di impostazione offensiva. Per molto meno Hjulmand in Roma-Lecce la stagione scorsa ha pagato la stessa dinamica con il rosso diretto (esagerato, ovviamente): entrata davvero senza senso del centrocampista guineano del Lecce.

Passano 3 minuti e Pasalic guida la rappresaglia, la vendetta su Kaba restituendogli lo stesso fallo, con la stessa entità: sono cose che in campo si capiscono, si colgono, ma stando svegli. Manganiello dorme sonni profondi e non associa il percorso “causa-effetto” tra i due falli. Niente giallo neppure per il croato, che consuma la sua vendetta a nome della squadra.

Scollinata la mezz'ora in caso di gol sarebbe da rivedere in Sala VAR l'impatto Falcone-Lookman da cui nasce un'azione pericolosa per la “Dea”, frutto di uno svarione del portiere giallorosso in alleggerimento.

L'impressione è che la lettura di Manganiello questa volta “tenga” alla prova delle immagini: Falcone dopo una spallata fisica del nigeriano vola via come un foglio di carta ben consapevole che spesso il portiere è più tutelato di altri nella lettura arbitrale di questi contatti. Ma davvero appare veniale l'impatto, un gol avrebbe suscitato polemiche ma sarebbe stato confermato anche dalla Sala VAR, anche perché saremmo stati nel campo della valutazione soggettiva dell'arbitro di campo circa l'entità dello scontro. E per Manganiello era tutto buono, tanto che Baschirotto salva sul tiro a porta vuota dell'accorrente Koopmeiners sugli sviluppi.

Al 35' il fischietto di Pinerolo rompe gli indugi e tira fuori il primo giallo per Zappacosta per un fallo ai danni di Ramadani, né più ne meno un fallo normalissimo a differenza degli altri non puniti in precedenza con il provvedimento disciplinare. Segnale di scarsa coerenza disciplinare.

Nella ripresa ci sono le due posizioni di fuorigioco che fermano in altrettanti momenti l'Atalanta lanciata in avanti, di cui abbiamo detto, il fuorigioco (correttamente rilevato) che toglie a Strefezza la gioia dell'1-0 su assist di Rafia che scatta abbondantemente in posizione irregolare, poi il giallo a Ramadani che si era “lavorato” il cartellino per tutta la partita, arrivando allo scopo soltanto a 8 minuti dalla fine. Giallo sacrosanto.

In mezzo la segnatura della rete dell'Atalanta, pulita, senza possibili macchie, e il disastro finale di Manganiello che nel recupero inverte un clamoroso fallo ai danni di Oudin al limite dell'area che avrebbe portato il Lecce tutto in area per l'ultimo assalto. Manganiello “sparecchia” la tavola in favore della difesa. Decisione vistosamente invertita e che manda Oudin su tutte le furie (manca il giallo per proteste plateali): il francese ha il sangue agli occhi tanto che alla ripresa del gioco si prende la sua “vendetta” e litiga con mezzo mondo su una rimessa laterale. Qui Manganiello dorme ancora, non ricostruisce gli eventi, ammonisce Oudin e Holm che invece aveva subito le ire del francese, dimostrandoci ancora una volta di non averci capito un fico secco per tutta una partita. Mediocre.

Commenti

D'AVERSA, BASTONE E CAROTA: un giorno e mezzo di riposo per i suoi, sarà un Capodanno leggero. CON IL CAGLIARI 6 ASSENTI?
BANDA, TOUBA, RAFIA, ciao ciao Lecce. Si va in Coppa d'Africa. RAFIA: "grazie, Lecce"