STICCHI DAMIANI A CUORE APERTO: "ho preso il Lecce perché lo stavo vedendo fallire"
Le parole del Presidente del Lecce, sotto l'albero, prima del Natale
LECCE - A pochi giorni dal Natale parla il Presidente Saverio Sticchi Damiani e lo fa a cuore aperto, rivolgendosi all'indietro, a quando il Lecce è stato “a un passo dallo sparire dalla mappa del calcio italiano”.
Ecco le sue parole, su questi temi e su quelli del futuro immediato giallorosso.
Il presente - “Ci credo a questa salvezza, non posso non crederci. Sono consapevole che questo sia l'anno più difficile di tutti e 4, con tante concorrenti agguerrite e noi lontani anni luce da realtà come Sassuolo e Como, per esempio. Siamo una società piccola e sostenibile, ben strutturata ma che deve fare i conti con i grandi investimenti della Serie A. L'affare salvezza diventa sempre una cosa per pochi”.
Nessun guadagno - “Se ci ho guadagnato sin qui o ci ho perso? Ci perdo, posso dirlo. All'inizio ho messo risorse ben maggiori di quanto mi ero programmato, in C e in B abbiamo fatto enormi sacrifici con i soci, solo negli ultimi anni siamo arrivati all'autosostenibilità, ma sempre senza prendere indietro 1 Euro di quel che avevamo messo all'inizio, io e tutti gli altri attuali soci. Posso firmare, mettere per iscritto che non ho guadagnato 1 solo Euro dal Lecce”.
Da Iurlano a Semeraro a Sticchi Damiani - “Loro hanno vissuto e scritto in prima persona pagine e capitoli importanti di questa storia. Io ho iniziato nel momento di maggiore difficoltà della storia del club, mi è scattata quella molla proprio per questo, ho temuto seriamente il fallimento del Lecce e la scomparsa del calcio” (NELLA FOTO SOPPRA IL MOMENTO IN CUI STICCHI DAMIANI RICEVE DAL PRESIDENTE TESORO LA GUIDA DEL CLUB).


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