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Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio

Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere

BENEVENTO - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da non prendere troppo sul serio…, mi raccomando!

GABRIEL - L'avversario più pericoloso, Lucioni, rischia di bucarlo con un tocco rapace sotto porta. Scherzi a parte prende un solo tiro e dal compagno di squadra, poi “miracoleggia” toccando un pallone quel tanto che basta, su assist di Barba, a mettere fuori causa Improta a un passo dal gol-beffa al novantesimo. In mezzo aveva già vinto un altro duello con Improta, uscendo a valanga sull'avversario lasciato e lanciato solo in area piccola dall'eternamente assente Gendrey. VOTO 7.5.

GENDREY - Riesce a farsi male quasi da solo dopo cento secondi. Baroni impiega 45 minuti a convincersi che non era situazione e condizione per stringere i denti. Dalle sue parti un ingenuo Benevento scivola via ogni volta come la lama nel burro, ma si vede poco. Non chiude su Improta in area piccola facendoci maledire il giorno in cui l'abbiamo visto arrivare in aeroporto. VOTO 5.

CALABRESI - Un tempo per lasciare una buona impressione. Rimette al loro posto le cose a destra. VOTO 6.5.

TUIA - Gran bella prestazione: centrato mentalmente, pulito tecnicamente, presente agonisticamente. VOTO 6.5.

LUCIONI - Meno efficace del compagno rischia l'autorete e si perde in un paio di circostanze Moncini, poi Sau e Brignoli insieme in carrozza. Ma questa volta non arrivano guai. VOTO 6.

GALLO - Croce e delizia: si trova al punto giusto al momento giusto salvando la sua porta a pochi passi dalla capitolazione su Foulon, ma prima e dopo ne combina di cotte e di crude. Perde ancora troppi palloni e il cross non è il suo forte. Per essere un terzino stiamo freschi… 24° presenza in B, 0 assist. Complimenti. VOTO 5.

MAJER - Con l'inserimento nell'undici base di Gargiulo gli tocca fare molta più legna che in passato, per coprire anche le avanzate della mezzala mancina. Lui si adegua anche perchè quando si tratta di calci e agonismo puoi stare sicuro che non si tirerà indietro. VOTO 6.

BJORKENGREN - Solita staffetta con Majer, solito compitino. Questa volta anche un po' svogliato. VOTO 5.5.

HJULMAND - Giganteggia nel centrocampo dove è tornato a fare il vertice. Diciamo che la carrozzeria è diversa da quella di Blin. Sbaglia il primo pallone a 12 minuti dalla fine della gara. Il primo e resterà anche l'ultimo. VOTO 7.5.

GARGIULO - Molto bene sino a quando in potenziale occasione da tre contro due nell'area del Benevento sceglie di tirare una scamorza al portiere che non crede ai suoi occhi, scarta e mangia soddisfatto. VOTO 6.

HELGASON - Qualche pallone catturato, poco altro. S.V.

STREFEZZA - Passa il tempo, non se ne capisce l'utilità. E' un Pacilli che ha avuto più culo nella vita. Dai e dai prende il palo rendendosi pericoloso. Ha un legame morboso con il pallone, che va curato. Questo è uno sport di squadra. VOTO 5.

PAGANINI - Fare peggio di Strefezza è impresa importante. Lui ci riesce. Ma cosa è successo al Paganini che ci faceva ammattire da avversario? Che rabbia. Così è impresentabile: non sembra in grado di mostrare al pubblico neanche i fondamentali, lo stop, il passaggio facile, niente. VOTO 4.

CODA - Annega nei ricordi del “Vigorito”, dove c'era una volta un attaccante che segnava gol a grappoli. Si fa un mazzo così per tutti, arrivando poco lucido quando tocca a lui. Sempre. VOTO 5.5.

DI MARIANO - Illumina la scena per un'ora, poi scompare probabilmente indietro di condizione. Baroni ci mette del tempo a darlo per morto, ma questa non è una colpa del nuovo “diez” giallorosso. La valutazione, allora, è per quell'ora di gioco. VOTO 7.

OLIVIERI - Atto di presenza. S.V.

BARONI - Con Hjulmand ha ammesso di aver perso del tempo ma per carità recuperabile. Con Gendrey perde del tempo (almeno dalla mezz'ora in poi) per capire tutti i suoi problemi di tenuta fisica. Nel frattempo lo arano come un terreno pronto per le patate e rischia due volte nel finale di primo tempo di prendere gol dal suo lato. Con Di Mariano perde del tempo (una ventina di minuti) a lanciargli le bombole d'ossigeno e toglierlo via dal terreno di gioco. Il suo Lecce verticalizzazioni e bel gioco è tutto qui: zero reti su azioni di movimento in tre partite. E per chi non segna concretizzando una mole di opportunità simile il voto non può essere sufficiente, oltre la sua discutibile soddisfazione del dopo-partita. Contento lui, contenti tutti… VOTO 5.

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