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E' UN'INTERVISTA "BOMBA". STICCHI DAMIANI a ruota libera: "adesso parlo io"! Tutti i temi

Ecco il Presidente del Lecce sul bilancio di metà stagione e dopo il mercato: da non perdere

LECCE - Adesso parla Saverio Sticchi Damiani! Il Presidente del Lecce al giro di boa “virtuale” della fine del calciomercato invernale e del girone di andata terminato da qualche giornata, ha aperto la conferenza stampa odierna di bilancio dei DS Corvino e Trinchera.

Lo ha fatto con una “valanga” di temi, eccoli, qui in questa ampia sintesi, sotto nella video-intervista integrale.

Bilancio - “L'ultima volta che ho parlato per un punto così importante e lungo c'era grande entusiasmo per la partenza a razzo del Lecce. Dissi che la differenza in questo campionato non sarebbe dipesa dalle 4, 5 sconfitte consecutive che arriveranno come è normale che sia per chi fa il nostro campionato, ma dalla reazione che avrà l'ambiente a queste difficoltà. Ora sono contento, dopo la bellissima vittoria di venerdì, di aver constatato che il nostro popolo ha recepito più che mai quel messaggio di inizio campionato. E lo dico con negli occhi l'incoraggiamento della nostra Curva Nord dopo lo 0-3 con la Juventus, o quello delle migliaia di persone nel settore Ospiti di Genova e prima ancora di Roma. C'è un popolo che fa fatti, non chiacchiere sui social, dimostrando di saperci dare energia. Li voglio ringraziare. E volevo aggiungere che mi è dispiaciuto tanto per chi è andato via 10 minuti prima del finale di Lecce-Fiorentina, si è perso tante cose…”.

Sensazioni - “Questo è il più difficile campionato di Serie A della storia del Lecce, in cui alla 23° giornata non c'è nessuna neopromossa dello scorso anno nelle ultime 3. Ditemi voi se non è un elemento più unico che raro. Questo vuol dire che quest'anno rischiano di capitolare società che hanno fatto investimenti importanti e che non pensavano mai di retrocedere. Noi dobbiamo essere consapevoli che ci battiamo con l'Udinese che viene da 40 anni di Serie A, con il Sassuolo con alle spalle il gruppo MAPEI, con il Cagliari e la Salernitana che hanno proprietà che probabilmente molti non conoscono bene. Se saliranno Parma e Como questa Serie A sarà ancora più proibitiva, senza dimenticare che qualcuno lo vuole anche ridurre di organico a 18. Alla luce di tutto questo fare la Serie A implica scenari belli e altri meno belli. Noi ci batteremo sempre per raggiungere quelli belli”.

Il sistema con cui si misura il Lecce - “Ci sono proprietà con fondi alle spalle, i fondi devono generare utili, poi passano la proprietà a un altro fondo. Ci sono proprietà con alle spalle potenze industriali nazionali. Ci sono quelli che non hanno grandi soldi ma spendono quelli che non hanno alterando la competizione sportiva, dando una fregatura a chi rispetta le regole, grazie a un sistema che te le fa aggirare e ti consente di essere iscritto a un campionato a cui non potresti nemmeno partecipare. Noi ci misuriamo con tutto questo, con dietro la scrivania soci di carne e di ossa, persone che la piazza conosce e che sa che lavoro fanno. Con i nostri soldi dobbiamo fare mercato, ristrutturarci lo stadio, restituire alla B 2 milioni per 3 anni perché siamo ‘fortunati’ a stare in A. Per raggiungere il risultato sportivo in queste condizioni mi sono affidato a Corvino e Trinchera, mi trovasse qualcuno chi sul territorio nazionale è in grado di fare meglio in queste condizioni”.

Esempi pratici - “L'Empoli per tenersi in piedi ha dovuto vendere per 60 milioni, il Sassuolo per 100, l'Udinese altrettanto, per non parlare di Verona e Genoa. Chi non ha sceicchi deve fare così. Se non si va con la testa oltre il confine di Surbo non si capisce nulla di queste dinamiche. Noi con una sola operazione, la cessione di Hjulmand, siamo riusciti a determinare l'equilibrio economico di tutta la gestione sportiva: è un lavoro senza precedenti. I nomi danno gioia ai tifosi, non giovano al club, con i nomi e gli ingaggi alti siamo retrocessi”.

Gelosia del progetto - “Io sono geloso di questo progetto, perché ci può portare lontano, ci consente ogni anno di venderne uno invece di sei a ogni estate, come qualche Lecce del passato che smantellava e ricominciava da zero. Io voglio restare in A per molti anni, tra 2 partite ne faccio 100 in A, divento il 3° Presidente più presente dopo Iurlano e Moroni, voglio sognare, fare molto di più. Ma lo scenario deve essere sano”.

Convinzioni - “Oggi vi dico una cosa di cui sono convinto: dopo il Lecce retrocesso dei maxi-ingaggi in cui c'era gente che in questa città nemmeno ci voleva stare se non avessi chiamato Corvino questa squadra oggi sarebbe in C. Ne sono certo”.

Dettagli - “Non avendo debiti tutti i giocatori sanno che il 20 del mese li paghiamo, tutti vogliono venire qui perché non andiamo a scadenze federali, paghiamo come nelle aziende serie. Con il charter aumentiamo le prestazioni sportive, non facciamo scali, non sbattiamo i ragazzi da una parte all'altra. Qui la Serie A la facciamo come i ‘grandi’ club”.

Mercato - “Siamo arrivati al mercato di gennaio con un indice di liquidità positivo che ci consentiva di fare mercato. E infatti abbiamo chiuso un'operazione importante come quella di Pierotti. Non volevamo prendere uno che giocava 6 mesi e via. Il mercato ci serve per aumentare il livello generale della rosa, soltanto con Pierotti abbiamo verificato queste condizioni. In uscita invece lo posso svelare tranquillamente: abbiamo rifiutato potenziali vendite per oltre 100 milioni di Euro, nero su bianco, per titolari e riserve della nostra rosa. Un giorno, quando questi ragazzi effettivamente partiranno, vi ricostruiremo qualcosa di queste eventualità economiche che abbiamo avuto e rifiutate. Tutte”.

Operazione Strefezza - “Non l'abbiamo fatto per soldi, la cessione del capitano non era assolutamente preventivata. Per una serie di ragioni il calciatore non era sicuro di essere protagonista in assoluto, come magari Almqvist, Banda o altri elementi che nel suo stesso ruolo per questo progetto tecnico sono più pronti. Il suo entourage in poche ore ci ha trovato una operazione a cifre importanti per il ragazzo e che veniva incontro alle nostre richieste. Cosa deve fare il buon padre di famiglia? Il manager? Ci siamo lasciati con Strefezza non bene, ma benissimo. Ci siamo ringraziati e abbracciati, magari nell'ultimo periodo le sue prestazioni non erano le stesse dello scorso anno ma cosa cambia, era pur sempre un calciatore che non avevamo messo in preventivo di dare via”.

Strutture - “Sono importanti e siamo fortemente conviti di puntare sul Centro Tecnico. Sottolineo che per noi questa eventualità rappresenta soltanto un costo, non è un generatore di profitti, l'unico obiettivo è alzare il livello delle prestazioni. Ad Acaya abbiamo un campo solo, in certe fasi dell'anno il terreno di gioco non è buono, ci serve un Centro Tecnico, 4, 5, 6 campi, ce lo chiedono i giocatori che sono atleti sempre più importanti con cui ci confrontiamo. Io voglio e devo fare il Centro Tecnico. Accadrà quanto prima, a Lecce o fuori Lecce non importa”.

Novità copertura stadio - “Sui Giochi del Mediterraneo c'è la possibilità di attrarre una seconda parte di finanziamenti che ci possa far pensare ad intervenire per la copertura dello stadio. Anche qui, è pieno di esperti: badate che gli 11 milioni che arriveranno non sono 11, sono 8 più IVA, con dentro le progettazioni, i costi, le direzioni dei lavori. Ai grandi esperti sembrano tanti, ma sono quelli che serviranno solo per gli interventi che salveranno lo stadio”.

Compagine societaria - “Qualche contatto, qualche video-conferenza con realtà oltre l'Oceano con possibili nuovi soci c'è stato. Il nostro modello in generale interessa, chi viene da fuori lo vuole fare per investimento. Ho fatto 3 chiacchierate, tutti mi hanno manifestato lo stesso interesse, ossia venire ad investire sullo stadio perché magari hanno possibilità correlate per sé, per le rispettive aziende che rappresentano”.

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