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STREFEZZA, MESSAGGIO CHIARO: "dipendesse da me il futuro è già scritto. Ve lo dico"

Il fantasioso esterno d'attacco del Lecce vuol restare nel Salento: ecco l'intervista

LECCE - E' il tempo delle lunghe “confessioni” su SoloLecce.it e oggi tocca a quelle di Gabriel Strefezza, a lungo uomo-simbolo della stagione del Lecce, uomo-mercato, a un passo (si è detto) dalla chiamata in azzurro.

Poi qualche problema fisico, la difficoltà a tirare la carretta della offensività del Lecce praticamente da solo e per mesi, la fase finale in ripresa con la forza dei nervi, i rigori segnati e sbagliati. Tutti i temi nelle sue parole.

Capelli biondi - “Scommessa persa con il mio parrucchiere Antonio, ho dovuto procedere…, avevo dato la parola”.

Emozioni - “A un anno di distanza da Lecce-Pordenone abbiamo vissuto Monza-Lecce, tutte e due indimenticabili, ma l'ultima vale di più e per questo è più bella”.

Episodi - “Ho pianto sinceramente al gol con la Lazio. E' stata una stagione fantastica per tutti, da giovanissimi eravamo dati per spacciati e invece abbiamo fatto uno dei campionati più importanti di questa società in A”.

Il calo, le paure - “Non c'è stata mai vera e propria paura di noni farcela, la squadra è rimasta sempre positiva, lo staff ha lavorato molto su questo. Non mi è passato mai per la mente di retrocedere. Durante il rigore di Colombo a Monza ero già in panchina, l'ho guardato con la pettorina sulla fronte, sbirciando, non volevo guardare del tutto, ma sapevo che avrebbe segnato”.

La festa - “Sono molto contento di aver portato sul terreno di gioco mia moglie, i miei amici arrivati dal Brasile e le mie due bambine. La 2° è leccese a tutti gli effetti, è nata qui e vissuta solo qui. La più grande è nata quando avevo solo 18 anni. Le mie bambine mi hanno fatto crescere come uomo”.

Nazionale - “Ci riproviamo l'anno prossimo, magari a Lecce, ancora qui”.

Futuro - “Quando mi fanno questa domanda anche per strada rispondo sempre allo stesso modo, sono trasparente anche con voi, dico esattamente così: ‘ma che domanda mi fate, non c’è nessun dubbio, per quanto mi riguarda resto qui’. Adesso penseremo alle vacanze con la mia famiglia, poi torneremo qui nel Salento e ci sarà tempo per pensare al futuro semmai dovesse essere diverso da questo che va già benissimo per me e la mia famiglia”.

I difensori più forti affrontati - “Senza dubbio Hernandez, Dimarco, Biraghi e Parisi”.

Gli attaccanti più forti in giro - “Martinez mi ha impressionato, Dybala quando ha la palla tra i piedi, è bello da guardare. Pedro, che ha stile nella giocata. Comunque ho scambiato poche maglie, 5 o 6, di Barella, Igor, un mio amico, Hernandez e Zielinski”.

Il gol più bello - “Penso quello alla Salernitana, anche per la storia che si porta dietro. Ero infortunato, rientro dopo un solo allenamento, tocco 3 palloni e al 3° faccio quel gol”.

La partita da ricordare - “Il 1° tempo con il Milan, eravamo devastanti, sembravamo noi lo squadrone”.

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