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La chiave tattica: perfezione e fortuna

Analizziamo i 90 minuti di Bollini mossa dopo mossa


LECCE - L’episodio questa volta è a favore del Lecce. La squadra di Bollini come nella sconfitta di Caserta appare precisa e ordinata in mezzo al campo, anche se priva di grandi spunti offensivi. Rispetto alla trasferta campana però i giallorossi hanno l’attenuante del terreno di gioco, realmente ai limiti della praticabilità; ci ha pensato Lepore a 10 minuti dalla fine a spaccare la partita, con un guizzo individuale che ha rotto l'equilibrio.

Tatticamente Bollini lavora molto sulla gara e cambia il suo Lecce minuto dopo minuto: in settimana avevamo parlato di un ipotetico 4-2-4 in fase di possesso, ma in moltissime occasioni la formazione giallorossa si è "coperta" maggiormente gli spazi con un 4-5-1 che si affidava pesantissimo sulle spalle del solo Moscardelli, chiamato ad un lavoraccio in solitudine o con le sponde.

Nel "mare" d'acqua del "Via del Mare" sprofondano le individualità di Herrera e Gustavo, "pulcini" bagnati dalle leve morbide e delicate, che non si trovano a loro agio su un terreno per combattenti.

A centrocampo e in difesa i salentini però sono perfetti, distanze tra reparti e aggressione al portatore sono ineccepibili, l'assenza di Abruzzese non pesa (Vinetot e Diniz stringono gli avversari in una morsa): complimenti davvero a Bollini, perchè per gli appassionati di tattica il Lecce è un bel complesso da vedere. Se poi oltre al gioco ti capita l'episodio giusto, il colpo di genio dal cilindro di Lepore, meglio ancora, la strada non può che essere quella giusta.

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