
L'ANALISI: il solito Lecce senza idee
La fotografia tattica dell'ultima gara dei giallorossi
LAMEZIA TERME - Da un lato la voglia (solo annunciata) di credere ai miracoli, dall'altro quella di non fare brutta figura davanti al proprio pubblico nel giorno del congedo da un campionato con l'obiettivo centrato (la salvezza). Lecce e Vigor Lamezia mettono questi stimoli, in 90 minuti "amichevoli" dai ritmi blandi, giocati senza dannarsi l'anima dalla fatica.
Bollini si affida al consueto 4-3-3 con Mannini, Moscardelli e Doumbia davanti, supportati da un centrocampo "muscoli & velocità" (Lepore - Sacilotto - Herrera).
Una trazione anteriore che il tecnico giallorosso rafforzerà nel finale, con un inedito 4-2-4 che sa di ultima spiaggia, per cercare di centrare i 3 punti anche in extremis, con dentro contemporaneamente Embalo e Gustavo e tutti i calciatori offensivi. Eppure tutta questa offensività porta 2 reti su calcio da fermo: una su sviluppo d'angolo e l'altra su rigore. Di manovra il Lecce produce 0 spaccato.
Del sudore, della lotta, del furore agonistico e della grinta annunciata neanche l'ombra, solo parole alla fine di una settimana in cui si è pensato più a temere i "biscotti" nelle altre partite (tutte rivelatesi regolari e difficilissime, anzi) piuttosto che a metterci qualcosa di proprio per darsi un'opportunità play off.
Finisce in questo modo una stagione che non ha mai visto il Lecce vincere più di 3 partite consecutive.
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