ROMA - E' la settimana di Wladimiro Falcone.

Il portiere del Lecce come sappiamo è a Coverciano agli ordini del CT Mancini per la sua prima volta in Nazionale. In queste ore ha parlato ai giornalisti papà Paolo, che ha ripercorso la vita e i sacrifici del figlio dalla gavetta all'azzurro. Ecco le sue parole.

Reazione alla convocazione - “Per Wladimiro è un sogno che diventa realtà, ma anche una bella ricompensa per i sacrifici fatti sin qui. Nessuno gli ha regalato niente nella vita: Mancini lo seguiva da tempo, mio figlio ha comunque fatto spesso le nazionali giovanili”.

La storia - “Tanta gavetta nelle categorie inferiori, la svolta a Cosenza dove è stato protagonista dall'inizio alla fine del campionato, ancora oggi ci scrivono sui social i tifosi calabresi che non hanno dimenticato le parate di mio figlio. Tornando al presente è stato lui a scegliere Lecce, essendo di proprietà della Sampdoria e vivendo a Genova sarebbe stato più comodo andare a La Spezia, dove pure l'hanno cercato fortemente in estate. E' stata una scelta di Wladimiro andare nel Salento, per la dirigenza, per la piazza, tutto l'ha convinto di più”.

La strada mancata nella Sampdoria - “Spesso non è colpa di nessuno, sono dinamiche di calcio, scelte societarie di puntare di più su qualche altro elemento. Non sempre tutto nel calcio e nel ruolo del portiere dipende dalle prestazioni del singolo”.

Futuro - “Troppo presto per dirlo. Al 90% sarà del Lecce in estate, ci sarà il riscatto del cartellino. Per il resto sono discorsi prematuri. Del fatto che tifi Roma sin da bambino ovviamente oramai lo sanno tutti”.

Falcone bambino - “Faceva le comparse nelle pubblicità, poi piccoli ruoli nel cinema, tanto nuoto, dove era bravissimo. Poi è arrivato il calcio, l'ha voluto lui”.