
Miccoli, gestione... "alla Di Natale"
Come si può gestire al meglio il "Romario del Salento"?
LECCE - Ci sono giocatori che nel corso della loro carriera invecchiando cercano di ottimizzare il loro utilizzo, lo fece Baggio al Brescia, Del Piero e oggi Totti e Di Natale. Ed è proprio il campione dell’Udinese l'esempio più bello di "buon invecchiamento": con la maglia bianconera friulana ha totalizzato 400 presenze, realizzando 216 gol, più di 1 marcatura ogni due partite, dati da top-player europeo.
Ma come ha fatto il talento napoletano classe 1977 a mantenere questo stato di forma? Semplice, ricorrendo soprattutto a degli allenamenti personalizzati: è stata brava l'Udinese, che ha capito la filosofia giusta, ossia che quando hai un campione sopra la media assoluto, incontestabile, è giusto anche che venga trattato diversamente dagli altri che sgobbano e faticano tutto il giorno.
E' questione di tempi fisici diversi, in condizioni spesso non ottimali, magari "riservando" molte forze per la gara, per il momento agonistico. E' anche normale, dunque, che un Di Natale possa e debba lavorare e stancarsi meno di un ragazzo ai primi anni di Serie A. Soprattutto è insensato spremere un giocatore come lui nella settimana di allenamento.
Lo staff dell’Udinese, società alla quale in molti dichiarano di ispirarsi e in pochi poi ci riescono veramente, in questi anni ha dimostrato di saperci fare con i giovani e non solo: con Totò ha fatto vedere che è in grado di fare bene anche con i giocatori un po’ più maturi, consentendo a Di Natale di preservarsi nel tempo.
Il numero 10 di Stramaccioni quest’anno ha iniziato la preparazione, sia pure più leggera, in netto anticipo rispetto alle altre stagioni. Poi dallìinizio del campionato le cose cambiano, perché a 37 anni le tossine prodotte dai muscoli non si scaricano così velocemente così come accade a 19 anni e allora c’è bisogno di una gestione personalizzata anche durante il campionato: dalla ripresa fino a 2 giorni prima della gara Di Natale svolge un lavoro ad hoc, che lo porta a recuperare e conservare la condizione fisica. Si lavora con questo unico obiettivo, molto leggeri. Solo gli ultimi 2 giorni della settimana-tipo il bomber torna con il gruppo per permettergli di integrarsi al meglio negli schemi della squadra.
La domanda a questo punto sorge spontanea: perché ad inizio stagione non si è pensato ad una gestione similare per Miccoli? Caratteristiche fisiche e tecniche non sono lontane, con il vantaggio che il “Romario del Salento” gioca in Lega Pro dove è decine di volte superiore per tecnica ed esperienza a centinaia di colleghi, ed ha pure 2 anni di meno di Totò.
Il nostro capitano a 35 anni ha bisogno di un supporto importante dal punto di vista fisico e le ultime settimane ne sono un esempio lampante; Miccoli visto martedì, alla ripresa degli allenamenti, è sembrato ad occhio nudo più scattante e più agile nei movimenti, il tutto grazie al lavoro differenziato e personalizzato che non lo aveva stancato troppo nei giorni precedenti, quelli dell'infortunio muscolare.
Probabilmente il problema non è dunque né nel giocatore nè nell’allenatore, ma nella gestione fisica che deve essere personalizzata per un calciatore di così tanto talento e con così tanti problemi fisici alle spalle. Miccoli è un campione, ci sta anche che non tiri la volata al gruppo dal martedì al sabato.
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