
L'analisi tattica: non chiamatelo 4-3-3
La chiave del match e la veste tattica del Lecce
LECCE - Non chiamatelo 4-3-3 altrimenti gli integralisti zemaniani potrebbero farsi giustizieri isis del mondo del calcio. Quello di Bollini è un 4-5-1 e niente di più. Infatti anche in fase di possesso palla i 2 giocatori che oggi rivestivano compiti offensivi, Lepore e Mannini, partivano sempre dalla linea dei centrocampisti e non al fianco dell'unica punta, che poi non lo è nemmeno, ossia Doumbia. Ma analizziamo reparto per reparto la gara di oggi.
Difesa - Il Lecce ha rischiato poco, soprattutto in un 1° tempo che ha visto Scuffia spettatore. Nella ripresa il portiere giallorosso ha invece solo "ammirato" la punizione di Saintz Maza che si è schiantata contro la base del palo. Ottima la tenuta del duo Abruzzese - Diniz che per il resto hanno respinto qualsiasi pensiero offensivo dei "satanelli". Tornato su ottimi livelli anche Beduschi, un calciatore evidentemente "casalingo": tanto bene in casa quanto ectoplasmico in trasferta.
Centrocampo - I 5 della mediana hanno lavorato bene con Mannini e Lepore su tutti a fare la spola per il reparto offensivo. Ottimo Bogliacino (sin che è stato in campo): è stato il centro di gravità delle azioni da gioco del Lecce, il fulcro attorno a cui è passato tutto. Nervoso e teso Papini, spesso troppo a contatto con il direttore di gara.
Attacco - Nota stonata di un'intera stagione: Doumbia e Embalo hanno sbagliato l'impossibile, errori da matita rossa. Bollini la mette sul contropiede, per esaltare le velocità dei suoi. Alla fine avrà la meglio.
I cambi - Il 1° ma evitabile (Salvi - Sacilotto) è frutto di un rischio preso e pagato troppo presto. Bollini era perfettamente consapevole delle non perfette condizioni di Salvi, ma si è giocato lo stesso un cambio al 24° del 1° tempo: ma come si sul dire gli è venuta bene. Incomprensibile, se non per cause atletiche, la sostituzione di Bogliacino non tanto per Embalo (che ha giocato bene pur divorando palle da gol in successione), ma quanto in generale se in grado di proseguire il fantasista del Lecce avrebbe dovuto partecipare al forcing finale. Era questa la partita da vincere, non quelle dopo, senza questa non cambiava nulla. Nel finale scampoli di gara per Herrera al posto di Mannini: un cambio largamente scontato, tra giocatori di fascia, tra i "preferiti" della gestione Bollini.
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