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LECCE, ECCO IL TUO FUTURO: qui "LIVE" la conferenza stampa della società

Dalle 10.30 la nostra diretta con tutti i vertici societari davanti a microfoni e taccuini

LECCE - Il futuro è adesso, subito.

In diretta dalle 10.30 dal palazzo dell'ex Banco di Napoli vi proporremo in tempo reale, scritta, la conferenza stampa dei vertici societari del Lecce che illustreranno programmi e aspettative per la prossima stagione sportiva.

Un appuntamento da non perdere, “live”, come sempre su SoloLecce.it. Sotto, invece, a conferenza stampa terminata, il video integrale per chi volesse ascoltarla.

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Conferenza stampa al via, presenziano il Presidente Saverio Sticchi Damiani, l'azionista di maggioranza Renè De Picciotto, tutti i soci anche di minoranza, il DS Pantaleo Corvino.

Prende la parola per primo il Presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani.

Grazie a De Picciotto - “E' importante essere qui, a ‘casa’ del nostro azionista De Picciotto, a significare un legame che ci unisce. E' un segnale di attaccamento a una città che l'ha ospitato e dove ha fatto calcio assieme a un gruppo di coraggiosi che hanno rilevato questo club in mezzo alle difficoltà. Finita una stagione è ovvio fare delle analisi ed è meglio parlare per non dare adito a interpretazioni o voci”.

Nel dettaglio - “Cerco di essere sintetico. E' vero, abbiamo proposto un programma triennale da realizzare. Non vuol dire che avremo la Serie A in tre anni né che non si poteva avere prima. I campionati sono fatti di vicende di gioco, l'unica cosa sicura, invece, è che questo percorso darà dei frutti in tre anni, in termini di miglioramento della società. Il lavoro compiuto fuori dal campo è stato già straordinario e ci ha portato, sul campo, a sfiorare la promozione”.

Il premio promozione più alto - “C'era un premio per la squadra, il Direttore Generale Mercadante mi ha confermato che è stato il più alto depositato in Lega per questo obiettivo. La promozione avrebbe portato al raddoppio anche di alcuni contratti, tutti ne avremmo avuto dei benefici. La società si giocava la crescita, i calciatori e i dipendenti si sono giocati una crescita loro, di soldi, la barzelletta di chi non vuole salire in A è appunto una barzelletta. In A la stagione prossima ci saranno introiti per 50 milioni di Euro, mentre la B è molto più povera. E' una interpretazione ridicola, va stroncata, i complottisti sono pochi ma ci sono, questa era una cosa che volevo dire loro e l'ho detta. Negli ultimi mesi non ho dormito la notte per andare in A, abbiamo fatto di tutto per raggiungere l'obiettivo”.

Corvino l'unica certezza - “Faccio un altro passo indietro su un tema: il progetto tecnico è ancorato al DS Corvino, è lui che traccia le linee guida, è lui che garantisce continuità al progetto societario. Gli interpreti possono cambiare, l'unica certezza è il Direttore dell'Area Tecnica”.

Analisi del lavoro di Corvino - “Quest'anno è stato fatto tanto, in due sessioni di mercato abbiamo preso ragazzi che tutta Europa ci invidia e che sono protagonisti, non comprimari. Giocano stabilmente Rodriguez Delgado, Gallo, Hjulmand, Bjorkengren, Henderson. Tutti si sono consacrati. Abbiamo fatto 15 acquisti nel settore giovanile, l'abbiamo rifondato, molti saliranno nel gruppo della squadra maggiore. I nostri ragazzi si stanno giocando i play off per approdare in un campionato dove neanche tutta la Serie A è rappresentata, l'Under 17 sta tentando lo stesso percorso ed è prima a pari punti con il Crotone”.

Partenza da lontano - "Voglio fare un ulteriore riepilogo. Stiamo facendo un percorso che arriva dalla C. In A abbiamo perso un'occasione per stabilizzarci e dunque costruire un patrimonio tecnico. Sono trasparente e giusto: non l'abbiamo fatto. Si può retrocedere all'ultima giornata, ma non può succedere che di un budget di 30 milioni non resti quasi nulla, solo Gabriel e Gallo che abbiamo preso a zero. Tutto il resto si è disperso. I big della rosa erano già quelli della B. La A sostanzialmente ha portato ad un impoverimento del patrimonio tecnico del club”.

Paracadute, altra “storiella” - “Poi ho sentito parlare del paracadute, altro fumo negli occhi. Se non è accompagnato da un patrimonio tecnico esistente è ben poco. La SPAL può vendere Petagna, il Brescia Tonali e Torregrossa, il paracadute serve per pagare stipendi e altre voci di costo, non per creare un patrimonio tecnico nuovo dal nulla. Le cessioni fatte, su richiesta precisa di alcuni singoli, non hanno portato grandi risorse. In più la Stella Rossa non ha rispettato gli accordi sulla cessione di Falco, ci sarà un contenzioso all'UEFA per inadempienza dei serbi”.

Riepilogo - “La stagione era dunque durissima da affrontare, non c'era nessun paracadute milionario, non c'erano risorse dal mercato. Il lavoro è stato fatto ed è stato difficile, i soci hanno lottato accanto a me. Queste persone fanno tantissimo per il Lecce, come tutti i dipendenti. C'è Corvino qui seduto accanto, gli abbiamo chiesto di lavorare tutto il giorno, ha fatto come si suol dire gli straordinari. Quando è tornato a Lecce stava parlando con altre società, con progetti enormi a confronto del nostro, è tornato per la voglia di stare a casa e si è fatto notare per il lavoro costante che ha fatto, al massimo”.

Mal di pancia - “Abbiamo gestito tanti mal di pancia. Legittimamente dei calciatori volevano restare in A, abbiamo fatto delle guerre con il DS. Ho avuto paura di lottare per non retrocedere per quel che ho visto, me lo dicevo a me stesso. Non dimenticherò mai che dopo la sconfitta con il Pisa avevamo il Vicenza e non avevamo attaccanti. A Pettinari viene il mal di schiena, Falco si è era già reso non disponibile. Allora abbiamo proposto un triennale al ragazzo, ma l’ha rifiutato, riteneva di poter guadagnare di più. Senza acquirenti, senza nessuno che si è manifestato in questo senso. Avevamo perso con il Pisa e con il Vicenza perdevamo 1-0, se avessimo perso quella partita avremmo lottato per non retrocedere. Ne sono sicuro. Entrò un ragazzo preso per giocare un po’ con il settore giovanile e un po’ con i grandi e fece due reti. Parlo di Rodriguez Delgado, che poi ci guidò anche alla rimonta con l’Empoli. I ragazzi, i giovani ci hanno dato dei valori che il gruppo aveva perso. Siamo partiti da lì per cullare il sogno della Serie A”.

Mancosu e la malattia - “La vicenda umana di Mancosu poi ha acuito la situazione. L’abbiamo gestita nel silenzio e col silenzio. Non ci siamo fatti mancare nulla in questa annata…”.

Episodi - “Al di là dei singoli episodi, di un rigore che cambia la stagione, abbiamo pensato di fare scelte diverse per la guida tecnica e abbiamo ritenuto di cambiare allenatore. Cercare un capro espiatorio è una lettura semplicistica, abbiamo fatto un ennesimo sacrificio economico, dopo un’analisi oggettiva e tecnica. Vogliamo crescere e vincere, le scelte vanno in questo senso. Anche per i calciatori saranno fatte queste valutazioni”.

Danno economico - “La mancata promozione ci costa un danno tra i 40 e i 50 milioni di Euro, fa male da tifosi e da dirigenti. Abbiamo il rammarico che per l’iscrizione al campionato dobbiamo aggiungere risorse di tasca nostra, se fossimo stati promossi queste pendenze si sarebbero garantite da sole, se non vai in A vanno versate, liquidi alla mano. In questi giorni di silenzio abbiamo fatto anche questo, pagato tasse, stipendi e altre somme. Oltre al dolore da tifosi c’è il dolore economico”.

Nuova stagione - “Dobbiamo continuare a crescere, anche con risorse limitate. Il momento è di grandissima crisi, non ci sono incassi dagli sponsor, dagli spettatori. Il margine di errore è e resta minimo e in tutto questo chiediamo al DS pure di patrimonializzare i giovani di qualità e di proprietà per andare avanti. Sarebbe facile fare una grande Serie B con 20 prestiti. Il ridimensionamento profondo, non preoccupatevi, è comune a tutta la B, c’è chi farà fatica ad iscriversi. Con intelligenza noi proseguiamo, con un budget contenuto, investendo sulle strutture. Abbiamo fatto un campo nuovo, una nuova palestra, Maggio ci ha fatto i complimenti con una carriera come la sua alle spalle per la nostra organizzazione e le strutture, per i mezzi e l’efficienza del Lecce. Sentirlo dire da un calciatore della Nazionale ViceCampione d’Europa mi rende orgoglioso. L’obiettivo di quest’anno è la crescita, quindi, ricercarla con oculatezza, acquistando giovani di proprietà”.

Queste facce qui - “Siamo questi, con le nostre facce, i nostri limiti, dietro al Lecce non ci sono fondi internazionali, società occulte. Siamo soci del Lecce con le nostre facce”.

Fiume in piena - "Abbiamo inventato il modello del marchio di proprietà per il vestiario, abbiamo lanciato la card che tutta Italia ci sta copiando come strumento di fidelizzazione. Le perdite sono state ripianate tutte con fondi personali. Oggi il bilancio è da tenere d’occhio e il Lecce deve stare attento. Per questo ho chiesto a De Picciotto qualcosa in più rispetto a quel che ha dato in questi anni. Ho chiesto un impegno maggiore in virtù della sua esperienza, dei suoi rapporti, delle sue capacità imprenditoriali, del suo modo di interagire con banche e finanziatori. Gli ho chiesto maggiore presenza, visto che nei prossimi mesi dovremo rinnovare il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale. Vi dico questo anche per smentire tutte le voci che lo vogliono lontano da Lecce. La sua presenza significherà un impegno ulteriore per noi, ma sarà anche un rafforzamento per il club. Speriamo di costruire una squadra che sappia divertire i tifosi, che siano orgogliosi del loro impegno. Vogliamo un Lecce di giovani terribili con qualche senatore pronto a dare una mano. Per questo voglio in conclusione anche salutare i tifosi, so della loro sofferenza per la lontananza e per l’epilogo stagionale triste. Ringrazio anche gli ultras che ci hanno incoraggiato sempre”.

Stadio - “Abbiamo ristrutturato lo stadio, l’altro giorno abbiamo firmato la convenzione per la gestione dell’impianto, l’Amministrazione Comunale si è messa a disposizione e vanno risolti tanti problemi. Lo stadio è vecchio, i lavori non potevano essere fatti dal soggetto pubblico per mancanza di risorse. Abbiamo speso 3 milioni per lavori che dovevano essere effettuati dal Comune di Lecce, abbiamo aggiunto altri 2,9 milioni di Euro di ulteriori miglioramenti strutturali. Abbiamo messo 5,9 milioni di Euro dentro una cosa della città, di proprietà della cittadinanza, che cadeva a pezzi. Un domani ci sarà di nuovo il pubblico, proveremo a disegnare un percorso di sviluppo, un modello che possa aprirsi a eventi di musica, di spettacolo. Altri lavori partiranno presto, riguarderanno ancora la Tribuna Est, la parte più critica dell’impianto”.

Prende la parola l'azionista di maggioranza del Lecce Renè De Picciotto.

Sono felice di essere qui - “Sono contento di essere qui, in questo palazzo, non perchè è una mia proprietà, ma perchè è simbolo anche del mio attaccamento a questa società e a questa città, dove abbiamo riqualificato anche una struttura straordinaria come questa. Non mi sono mai occupato molto direttamente delle vicende societarie ma semplicemente perchè in una squadra ciascuno ha un suo ruolo, le sue competenze e per questo mi sono anche affidato alle singole professionalità all'interno di questa società”.

Storia personale - “Ho investito tantissimo in Puglia dal mio arrivo, ogni anno sono anche al 70% del mio tempo qui a Lecce, la città che mi ha accolto meglio. A questa città sono attaccato, non sono un tifoso come quelli che sono legati alla maglia, viscerali, ma un tifoso ragionevole, che deve fare i conti anche con tutte le mie attività”.

Compagine societaria - “Ragionevole è la parola esatta: l'impegno di tutti noi deve essere ragionevole, non abbiamo debiti, non facciamo 'nero', non abbiamo banche alle spalle. Ci siamo noi, con le nostre risorse, con le nostre famiglie, con la ragionevolezza di quel che possiamo dare”.

Regole di gestione - “Pensare di gestire le società con il cuore, con la passione, con la maglia come si gestisce una vicenda artistica, come Leonardo Da Vinci dipingerebbe dei quadri è totalmente sbagliato. Per gestire le società ci vogliono organizzazione, ragionevolezza e controllo totale dei conti. Le società di calcio sono uguali ad Amazon, a qualunque altra società”.

Società pulita - “Abbiamo una bella società, una bella città, una grande storia. Abbiamo dei limiti, questo è il mio messaggio, ma proviamo tutti insieme a fare bene”.

Prendono la parola i giornalisti presenti alla conferenza stampa. La prima domanda è proprio per De Picciotto.

Maggiore peso a De Picciotto? - “Gestisco da Lecce affari in Russia, dalla Russia affari a Lecce, al tempo odierno tutto si può fare da ogni parte del mondo, non è una questione di presenza fisica in città. Ritengo che questo club debba avere una impronta più finanziaria. Definiremo con il Presidente e il resto dei soci se avrò un altro ruolo operativo o se resterà uguale”.

Interviene il Presidente Saverio Sticchi Damiani che fa una importantissima precisazione.

Cosa vuole De Picciotto - “Stiamo valutando l'ingresso nel Consiglio di Amministrazione di un suo delegato. E' una anomalia che il socio maggiormente rappresentativo in termini di azioni non sia nel Consiglio, normalmente è così. Cercheremo anche di arrivare al suo ingresso diretto, ma volontariamente sino a qui il nostro azionista non ha voluto disturbare l'equilibrio della società che si era costruito. De Picciotto ci ha chiesto di affidare i conti della società a una società di revisione di fascia primaria, che stiamo cercando, per le società di calcio ci sono, stiamo facendo delle valutazioni”.

Interviene ancora De Picciotto su questo tema.

Svolta - “A me interessa solo che questa società faccia una svolta di 'governance', Saverio ha fatto un lavoro straordinario, dobbiamo solo adeguare questa società all'economia di guerra dei tempi moderni. Siamo d'accordo sui principi, a volte abbiamo visto le cose diversamente, ma Saverio è uno testardo, ha carattere, è una cosa positiva”.

La “madre” di tutte le domande al Presidente del Lecce Sticchi Damiani sull'obiettivo stagionale prossimo del Lecce.

Obiettivi - “Faremo scelte oculate. Se indoviniamo tutto faremo un campionato ambizioso, se non ne indoviniamo nemmeno una affronteremo le difficoltà che questo campionato mette in conto. Lo scorso anno Entella e Venezia avevano lo stesso monte ingaggi: che dire…, avete visto che campionato diverso hanno condotto. Non ha senso oggi dire che faremo un campionato per fare 100 punti o per farne meno”.

Prende la parola il Direttore Sportivo del Lecce Pantaleo Corvino.

Serie A sfumata - “Andando oltre ogni previsione rispetto al lavoro che avevamo fatto siamo riusciti a metterci a un passo dalla Serie A. Avevamo fatto il massimo, a quattro giornate dalla fine avevamo la macchina davanti al traguardo. Se non arrivi si fanno le valutazioni del caso”.

Amarezza - “Non ho mai dato tanto in vita mia in termini di impegno come lo scorso anno, eppure non ci siamo riusciti a tornare in A. Tutti siamo amareggiati. I tifosi, le persone che mi stanno accanto la mattina quando mi sveglio, che sono come i tifosi, tutti hanno le loro amarezze. E' amareggiata una società che si è vista sfuggire una cinquantina di milioni di Euro”.

Lunga riflessione - “Ho lasciato il Lecce con titolari Rosati, Rullo, Camisa, Konan, Vucinic, Esposito. Ripeto: titolari in A. Tanti figli di questo territorio sono venuti fuori, Pellè, Giorgetti, Vicedomini. Io non dimentico nessun nome. Il settore giovanile del Lecce ha vissuto tre cicli, da Adamo a Russo a me, persone per cui mi viene la pelle d’oca a parlarne. Che io non debba essere ricordato come loro per avere avuto un mio ciclo mi fa rabbia, con decine di titoli nazionali vinti. Nessuno può cancellare questo lavoro! Questa è la mia vocazione, questa resterà sempre. Sono andato via da qui senza che da allora mai un ragazzo del settore giovanile abbia più visto la Serie A. Invece dobbiamo creare risorse dall'interno. Con i conti e le risorse che mi offre la società non potrei andare da nessuna parte. Questi siamo, a livello patrimoniale, l'ha detto il Presidente. Potrei solo ambire a fare il campionato dell'Entella, del Pescara di quest'anno. Se andiamo oltre è perchè ci mettiamo la competenza, la ricerca di ragazzi che possano darci talento. Possiamo crescere solo attraverso le idee, il lavoro. Con il rigore economico che ci deve essere non potremmo andare da nessuna parte senza idee”.

Arrivano le domande sul parco giocatori, su quelli in scadenza, sul contratto di Baroni. Risponde a tutte il DS Corvino.

Spiegazione - “Per me la scelta dell'allenatore è decisiva, ho aggiunto io un altro anno di contratto a Corini, gli ho messo in mano la mia fiducia”.

Situazione Pettinari - “Quando è finita la finestra di mercato invernale sono venuto in Sala Stampa allo stadio e ho detto chiaramente che Pettinari non rientrerà nei futuri programmi societari, pur restando, come tutti i tesserati, a disposizione del tecnico sino a fine stagione. E' una scelta chiara, onesta, trasparente”.

Numeri tecnici - “Pettinari ha vestito la maglia del Lecce 1369 minuti, segnando una rete ogni 342 minuti. Stepinski, un attaccante che in carriera ha fatto solo la Serie A, ha realizzato 9 reti in 177 minuti circa, la metà. Qualcuno mi deve spiegare perchè mi viene chiesto sempre del futuro di Pettinari, non di quello di Stepinski, per esempio”.

Scelta anche di modulo - “Alla luce anche del cambiamento di modulo con una punta centrale, dove abbiamo Coda e Rodriguez Delgado come alternativa la situazione Pettinari è praticamente chiusa”.

Monte ingaggi “falsato” - “I dati sul monte ingaggio dello scorso anno, il terzo della B, erano gravati degli esodi di elementi come Tsonev, Shakhov, di altri che ho dovuto pagare io per far andare via, o interamente o anche alla metà dell'ingaggio. E' normale che è venuto fuori il terzo monte ingaggio della B…".

La conferenza stampa è terminata: grazie per averci seguito in tantissime migliaia. Davvero un ennesimo atto d'amore da parte vostra nei confronti della nostra informazione.

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