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3 tecnici a confronto: Bollini la scelta giusta

Il tecnico viaggia con 2 punti a partita di media

LECCE - Grandi sorrisi e spirito di squadra ritrovato nelle difficoltà del post-Catanzaro.

Questa è la fotografia che ci ha lasciato il Lecce alla sosta pasquale, 3 punti pesanti che sono la medicina migliore per spazzare via le nubi dense sul futuro e anche sulla panchina di Alberto Bollini.

L'ex tecnico della Primavera della Lazio, almeno secondo i piani della dirigenza di Piazza Mazzini, avrebbe dovuto rilanciare le ambizioni del Lecce, con la garanzia di un contratto biennale che è segno di come si voglia investire sulle sue capacità.

L'illusione di un rapido rilancio si è però scontrato con il problema genetico di questo Lecce: la continuità di risultati, che Lerda e Pagliari in precedenza già non erano riusciti a dare. Un andamento altalenante che ha pervaso tutte le gestioni tecniche di questa stagione 2014/2015.

Medie a confronto - Nelle prime 18 gare di quest'anno a guida Lerda il Lecce aveva collezionato 31 punti (1,7 a partita). Nelle 5 panchine di Pagliari erano arrivati appena 8 punti (1,6 a partita). Nell'era Bollini siamo già a 18 punti in 9 gare (esattamente la media di 2 punti a partita), una di quelle marce che sicuramente se tenute dall'inizio avrebbero consentito al Lecce di lottare anche per la promozione diretta (la Salernitana con 73 punti in 33 gare ha una media non molto più alta, di 2,2 punti).

Obiettivi - I numeri dunque dicono Bollini, ma tutto dipenderà dal raggiungimento o meno del risultato finale. Di certo l'andamento stagionale del Lecce del tecnico mantovano accresce la convinzione che forse una scelta di prospettiva di questo tipo si sarebbe potuta e dovuta fare in estate, non a febbraio. Ma il Lecce è ancora in tempo per salvare la sua stagione.

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