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GIOIA D'AVERSA: "orgoglioso di un capolavoro merito tutto dei ragazzi, ma 23 tiri non li possiamo sprecare..."

Le parole del tecnico giallorosso al termine di Lecce-Lazio

LECCE - Felice per essersi già ritagliato un pezzettino di storia nelle grandi storie del Lecce in A, con la prima volta a segno con la vittoria al debutto di campionato.

Si è presentato così, Roberto D'Aversa in Sala Stampa. Ecco l'intervista al tecnico del Lecce al termine di Lecce-Lazio.

Gioia e primato - “E' la prima volta che il Lecce vince in 18 campionati di A al debutto stagionale, ne sono orgoglioso. E' stato un capolavoro dei ragazzi, di tutti quelli che sono partiti dall'inizio o subentrati. Siamo orgogliosi di vincere nella serata dedicata a mister Mazzone, la dedica della vittoria va anche al Presidente e ai due direttori sportivi che hanno reso possibile tutto questo costruendo questa squadra. Lo stadio era uno spettacolo, la nostra gente ci ha spinto sempre, anche sotto nel punteggio”.

Lettura del gol subito - “Abbiamo avuto fretta di uscire su Romagnoli, quando potevamo lavorare in attesa, e ci siamo fatti infilare. Quando concedi spazio e velocità alla Lazio, ai suoi meccanismi e alle sue individualità è difficile cavarsela. Come nel 2° tempo, sulla traversa di Immobile che poteva chiudere il punteggio. Ecco, dobbiamo essere felici ma anche bravi e onesti a restare calmi perché poteva andare diversamente”.

Statistiche - “23 tiri in porta con la Lazio e meno precisione nei passaggi rispetto a loro sono due numeri importanti della gara: possiamo migliorare e dobbiamo migliorare sotto porta, così come è sotto gli occhi di tutti che le individualità migliori della Lazio abbiano più feeling e meno frenesia di noi nel controllo del pallone, quindi per me l'analisi della gara non sarebbe cambiata neanche in caso di sconfitta. E' ovvio tornando ai tiri in porta che quando fai 23 tiri devi segnare, mentre sui passaggi o sui metri che percorriamo per esempio Ramadani e Gonzalez potrebbero fare 2 o 3 chilometri in meno a partita, se ragionassero di più”.

Calciatori in un nuovo ruolo - “Strefezza, Baschirotto, Kaba e Blin hanno dimostrato la loro duttilità. Il francese oramai l'ho impostato difensore centrale sin dal ritiro quando dietro eravamo in pochi, Baschirotto nasce terzino dunque può ricoprire quel ruolo, gli altri hanno fatto bene a gara in corso come Kaba e Strefezza continuo a pensare che possa avere i movimenti della punta”.

Banda - “E' vero che deve riflettere di più, ma non con così tanto, deve essere più determinato a conservare comunque la giocata, quel pizzico di individualità che lo caratterizza. A fine allenamento il ragazzo si ferma sempre con me a parlare, a approfondire, studiare tutto, ha voglia, ma ci vuole tempo e lavoro quotidiano. Anche Di Francesco, che è un calciatore già più esperto, ha margini di crescita, figuriamoci Banda”.

Differenza enorme di età - “59 anni di differenza totale tra le squadre sono un dato che ci inorgoglisce, un messaggio chiaro anche al campionato e al calcio. Ci sono troppe differenze tra la A e i campionati esteri, in termini di introiti, per cui avere un settore giovanile profondo e prolifico come bacino d'utenza è una buona cosa, un punto di partenza. Questi ragazzi che sono qui non sono ‘Primavera’, sono ragazzi a tutti gli effetti della prima squadra, perché lo hanno meritato. Se sono giovani è soltanto un orgoglio in più”.

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