8 "REATI" SPORTIVI: Trentalange prova a salvarsi col patteggiamento, ma la Procura FIGC lo deferisce. ORA RISCHIA GROSSO
Mano pesante del Procuratore Nazionale Chiné: l'ex numero uno degli arbitri deferito per 8 "reati" sportivi. Respinto il patteggiamento
ROMA - Aveva chiesto il patteggiamento, la Procura Federale glielo ha respinto, mandandolo al processo sportivo con 8 capi di imputazione.
E' stato deferito dal Procuratore Nazionale Federale Chiné l'ex Presidente dell'Associazione Italiana Arbitri Alfredo Trentalange della Sezione AIA di Torino, nell'ambito dell'inchiesta sportiva sulla nomina di un acclarato pregiudicato, Rosario D'Onofrio della Sezione AIA di Cinisello Balsamo, alla massima magistratura dell'AIA, la Procura Nazionale Arbitrale.
Tra i deferimenti spicca quello per “omissione di qualunque iniziativa, anche la più minimale, volta ad accertare i requisiti professionali e morali di D'Onofrio, nominato e successivamente premiato tra i migliori dirigenti nazionali dell'AIA mentre si trovava addirittura agli arresti domiciliari per droga”. Per Trentalange anche la macchia di aver “esercitato pressioni nei confronti del VicePresidente Nazionale della Commissione Disciplinare, al quale avrebbe chiesto di non assumere iniziative nei confronti di D'Onofrio” e quella più politica di “non aver mai adottato modelli organizzativi idonei ad assicurare uno standard minimo di trasparenza e correttezza amministrativa nel suo operato”.
All'ex numero 1 dell'AIA è anche contestato di aver “reso dichiarazioni non veritiere” durante il Consiglio Federale del 15 novembre scorso in cui il “caso” D'Onofrio arrivò sul tavolo della massima istituzione politica del calcio.
Trentalange, ex arbitro internazionale, fischietto di primissimo livello nel panorama arbitrale, dirigente ai vertici dell'AIA praticamente da un ventennio speso tra più ruoli, rischia da una sospensione di 6 mesi o un anno da ogni attività sino al ritiro tessera, ossia alla “espulsione” dall'AIA.
Commenti