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Questa volta pagano... Forse. CICLONE BARI: PAPARESTA "PRESTANOME", Bari salvato con operazioni sporche? DECIDE IL TRIBUNALE DI MILANO

A una svolta l'inchiesta ai danni dell'ex Presidente del Bari e dei vertici di "Infront"

11.05.2017 23:32

MILANO - Deciderà martedì 23 maggio il Tribunale del Riesame di Milano sul ricorso dei PM della Procura milanese che insistono per ottenere l'arresto dei vertici di "Infront", l'ex advisor dei diritti della Lega Calcio di Serie A e B che avrebbe indebitamente agevolato il salvataggio economico del Bari di Paparesta.

I massimi dirigenti della società sono accusati di associazione per delinquere e riciclaggio. Secondo la Procura "Infront" era diventata "padrona" del calcio attraverso illeciti finanziamenti alle società, mettendo "le mani" nella proprietà del Bari, soprattutto.

Secondo l'indagine dei PM del capoluogo lombardo, infatti, "Gianluca Paparesta era un prestanome di effettivi proprietari o comproprietari occulti".

Per quelle che sono le convinzioni dell'accusa il Bari non si sarebbe potuto iscrivere agli ultimi campionati, se non grazie al soccorso finanziario di "Infront", che in pieno conflitto d'interessi avrebbe anche sponsorizzato la società biancorossa con un super-assegno da 500mila Euro decisivi a pagare gli stipendi, evitare le penalizzazioni e l'intervento della COVISOC.

Anche Paparesta è indagato per "ostacolo alla attività di vigilanza".

La "sponsorizzazione simulata" per controllare, nei fatti, il Bari sarebbe anche "vantata" da alcuni soggetti dell'azienda nelle intercettazioni telefoniche in possesso della Procura, in cui i manager di "Infront" parlano del Bari come di "cosa loro" e in prima persona singolare, come se fosse una parte dell'azienda. In altre intercettazioni il Presidente della Lazio, Claudio Lotito, considerato vicinissimo al management di "Infront", avrebbe caldeggiato con loro in dialetto romanesco il rapido arrivo dell'assegno a Bari, con un eloquente "faje sto' mandato da 500mila Euro così se lo togliemo dal cazzo" (pensiero rivolto a Paparesta, che "premeva" secondo la ricostruzione della Procura perchè bisognoso di soldi per salvare il Bari).

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