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Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio

Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere

13.03.2023 13:37

LECCE - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da prendere non troppo sul serio…, mi raccomando!

FALCONE - Prende due reti in zero tiri, era complicato fare peggio. Con i piedi è pericoloso quanto Putin con in mano le password nucleari. VOTO 5.5.

GENDREY - “Terzino che non crossa è terzino che non serve”, direbbe Boskov. Fa felici i residenti di Via Rapolla alle spalle della Curva Nord con un destro dal limite dell'area che supera lo spazio-tempo e anche il confine del “Via del Mare”. E' il suo primo tiro con la maglia giallorossa: si è capito bene perché non si era mai avventurato prima in questa impresa. VOTO 5.

BASCHIROTTO - Torna sul pianeta Terra dopo settimane di encomi, lauree ad honorem, nomination a difensore migliore del campionato e quante altre ne volete. Inizia bene ramazzando palloni fuori in stile “Baschi”, appena Radonjic lo fresa sulla destra non si raccapezza più e cade in depressione. VOTO 5.

UMTITI - L'ultimo baluardo, l'unico a tenere la barra dritta. Abituato diversamente, a non scomporsi in contesti ben più complicati, per questo gli riesce facile galleggiare mentre gli altri compagni di squadra sono già affogati da tempo. E' il migliore in campo del Lecce. Ci prova anche davanti: sgroppata nel 1° tempo, incursione da angolo nel 2°. VOTO 6.

GALLO - Impresentabile. VOTO 4.

BLIN - Si danna l'anima, incita i compagni, raddoppia e triplica pure dove non dovrebbe andare lui ma lo svogliato e viziato Gonzalez. Paga complessivamente dazio a un centrocampo, quello del Torino, estremamente tecnico e preparato tatticamente, dove tutti sanno cosa fare e lo fanno bene. VOTO 5.5.

HJULMAND - Regista di un film senza attori, dirige un cast in pausa pranzo da 3 settimane. Linetty risolve tutto: gli infila un dito nell'occhio, almeno così non può guardare il resto dello scempio. VOTO 6.

MALEH - Il desiderio di retrocedere cresce violentemente davanti alla cedola da 5 milioni di Euro da staccare per l'obbligo di riscatto in caso di salvezza. Sciagura. Prestazione indecente, non gli riesce un controllo del pallone pulito, mamma mia… VOTO 4.

GONZALEZ - Irritante. Non è inutile, è peggio: è dannoso. Monetizzare subito, a costo di darlo via con Amazon, ma bisogna darlo presto, prima che se ne accorgano… VOTO 4.

BANDA - “C'è confusione, sarà perché ti amo” cantavano i “Ricchi e poveri”. Caos inutile, tutto fumo. VOTO 4.5.

STREFEZZA - “Prendo un sacco di calci non sempre sto zitto, a volte mi girano le palle pure a me e protesto”. Le sue parole a fine gara sono la rappresentazione plastica di tutta una gara passata a farsi riscaldare le caviglie dalle attenzioni delle badanti granata, con rarissima tutela arbitrale. Il resto è nervosismo e giramento di palle. E' comunque sempre uno utile nell'economia di una gara, ti mette la difesa avversaria tutta col giallo addosso, ti può creare la giocata. Sia chiaro, non fa una gran partita ma è sempre meglio che lo zero assoluto della nostra offensività. P.s. Atleticamente è in difficoltà di tenuta, occhio… VOTO 6.

PERSSON - Entra per mettere giù il sipario alla partita. Grado di pericolosità: Puffetta. Solo davanti alla porta vuota, a due metri dal gol Schuurs alle spalle gli fa “bù”, lui si spaventa così tanto che chiama mamma e papà piangendo e scappa via… Diciamo che ci è sembrato vagamente acerbo… VOTO 4.

CEESAY - Colto dalla nota e clinicamente incurabile “Sindrome di Colombo” non gli riesce di controllare un pallone neppure con i carrarmati. Si sbatte senza un perché. VOTO 5.

COLOMBO - Entra con tanta voglia, si lancia in un paio di incursioni da sinistra al centro, la mette nel mezzo, ma lì ci dovrebbe essere Colombo che la mette in porta. E niente, finisce che non combina nulla. VOTO 5.5.

DI FRANCESCO - Involuzione fisica e di rendimento davvero preoccupante. Prestazione da restare a bocca aperta: rispetto a qualche settimana fa sembra aver vestito di giallorosso il cugino, lo zio, il nonno. Vuoto pneumatico. VOTO 4.

OUDIN - Era così felice lì seduto in panchina che l'hanno scomodato a fargli fare un tempo. Ma si vede lontano un miglio che non gli va, dunque che lo interpellano a fare? Indolente è dire poco. Crea l'unico tiro vagamente pericoloso del Lecce, riuscendo nell'impresa da mille punti, l'orsacchiotto e la bambolina: colpire l'unica schiena di un avversario davanti a lui. VOTO 4.

BARONI - Tutta la differenza tra un tecnico come Juric e lui si è vista, umiliante, in 90 minuti in cui il Lecce si è accorto di avere non solo un gruppo di giovani inesperti sul terreno di gioco ma anche un tecnico inesperto per la categoria davanti al terreno di gioco. La costruzione tattica della casa messa in piedi da Juric è il punto d'arrivo del “baronismo”, quando avrà dalla sua più esperienza e macinato partite di Serie A con i relativi errori da cui imparare. Lotta, presenza atletica, continua rincorsa di tutti i palloni, nessuna azione data per morta: Juric incarna quel che vorrebbe essere lui da grande. Glielo auguriamo. Per il momento l'ha soltanto fatto a pezzi. Velo pietoso per i giudizi positivi espressi sulla prestazione in Sala Stampa: quando alla domanda sulla sterilità di un reparto, quello d'attacco, si risponde snocciolando “49 ingressi in area”, c'è la vaga puzza di presa per il culo offensiva per 100mila leccesi, 1 milione di salentini, 60 milioni di italiani e 8 miliardi di abitanti del pianeta. Lo diamo noi un numero, mister: 3 tiri nello specchio nelle ultime 3 partite (e due sono le “caramelle” di Blin di testa e Oudin col piatto di Lecce-Torino). Toscano medio: la ragione è sempre la sua. E questo non va bene. VOTO 4.

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