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Miggiano: "alla maturità... mi hanno chiesto del Lecce"

Il difensore cresciuto nel vivaio giallorosso racconta l'anno della promozione in A

LECCE - 30 anni fa, come oggi, dava l'esame di maturità e i professori delle superiori invece di interrogarlo pesantemente sulle materie d'esame chiedevano di quel Lecce in cui lui, 19enne altissimo corazziere per niente timido, aveva già collezionato 13 presenze nel campionato storico del salto in Serie A. Ovviamente l'esame andò bene..., figuriamoci se quei professori non erano tifosi anche loro...!

L'ultima intervista di questa nostra tappa di avvicinamento alla partita di questa sera celebrativa del trentennale dalla storica promozione in Serie A è con Roberto Miggiano, "gigante buono" della difesa giallorossa.

Tutta la mia vita - "Lecce rappresenta tutta la mia vita calcistica, anche quando ho giocato in altre regioni non è stato come con la maglia giallorossa: la maglia l'ho messa la prima volta da bambino, nel settore giovanile, dai pulcini sino a vincere la Serie B...".

La promozione - "Non eravamo stati costruiti per vincere; Iurlano aveva scelto di dare spazio a moltissimi giovani e a tantissimi leccesi, per far crescere qualche elemento che col tempo poteva fare bene. Ci riuscimmo subito, forse proprio perchè era il Lecce dei leccesi".

Fascetti - "Mi ha insegnato tanto e ha contribuito a cambiare il calcio: era tra i pochi che andavano in panchina con il Preparatore Atletico (Sassi), che fu la nostra fortuna. Da lì il calcio è cambiato, anche grazie a lui".

Iurlano - "Persona irripetibile di un calcio altrettanto irripetibile. Bravo e circondato da persone competenti, lui era il papà, il leader, l'uomo carismatico, agli altri lasciava le scelte per ogni singolo aspetto operativo. Era dunque equilibrato e capace di distinguere come e a chi far fare la scelta giusta".

L'episodio - "Il giorno dopo la vittoria del campionato a Monza dovevo dare la maturità... Immaginate voi come ci sono arrivato..., fortunatamente mi hanno graziato..., molti professori hanno finito per chiedermi del Lecce, invece che delle materie d'esame. Altri tempi anche quelli, ebbero rispetto del fatto che giocavo nel Lecce...".

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