Dall'Italia

LA STORIA. E' in fin di vita per un tumore, ma è un luminare dei trapianti: salva la vita a una persona e muore

La sanità italiana piange il professor Rea: ha operato sino a qualche istante prima di morire

PADOVA - La sanità italiana piange Federico Rea, un luminare della chirurgia che è morto, in conseguenza di una malattia incurabile.

Sino all'ultimo giorno e alle ultime ore, consapevole anche da scienziato di dover morire a brevissimo, ha operato in Sala Operatoria nella clinica d'eccellenza dell'Università di Padova, dove con 39 di febbre addosso e le ultime forze ha salvato la vita a un 70enne a cui ha rimosso una fistola tracheo-esofagea praticamente impossibile da andare a prendere.

Poi ha lasciato la Sala Operatoria ed è morto, da lì a qualche ora, nel suo ospedale.

Chirurgo toracico e trapiantologo polmonare di fama mondiale Rea aveva collezionato una casistica personale di 4mila interventi considerati difficili o dalla complicata risoluzione chiudendoli con successo, mettendo da parte centinaia di trapianti riusciti.

Da 20 anni era professore ordinario di Chirurgia Toracica all'Università di Medicina di Padova. Negli ultimi mesi una malattia devastante, che lo avrebbe condotto alla morte certa.

Poi l'ultima operazione, l'ultimo paziente salvato e la morte.

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