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Su SoloLecce.it. CANOTTO-STICCHI DAMIANI, storia del "NO" del Lecce per QUESTIONE MORALE e di PRINCIPIO

Il Presidente del Lecce Sticchi Damiani in Olanda ha voluto ricostruire una vicenda di mercato

MONZA - “Pezzi” di Chievo Verona si piazzano qua e là nel calcio cadetto, cedendo alle lusinghe del miglior offerente: è la grande opportunità che hanno avuto i calciatori più quotati dalla mancata iscrizione dei clivensi alla prossima Serie B sancita da tutti i gradi della giustizia sportiva e pure amministrativa.

E' la vita, purtroppo, e come tale troppo spesso penalizza i “poveri” e avvantaggia i “ricchi”. Così mentre magazzinieri, amministrativi e dipendenti vivono una estate senza neppure sapere se avranno un lavoro e uno stipendio, procuratori, agenti e calciatori banchettano telefonando a una società dopo l'altra per alzare l'asticella dei soldi da macinare.

Non è facile moralismo, ma realtà quotidiana. Vedremo perchè.

Intanto in queste ore l'esterno destro difensivo rumeno Vasile Mogos si è sistemato a Crotone con un ricco triennale, ma è solo l'ultimo in ordine di tempo visto che il centrocampista Samuele Vignato aveva fatto lo stesso qualche giorno prima con il Monza, con un super-triennale, e che il promettente portiere croato Adrian Semper era già stato presentato dal Genoa di Preziosi a tempo di record.

Contratto sino a giugno 2024 migliorato sensibilmente nelle cifre di ingaggio anche per il centrocampista di manovra Luca Garritano, rinforzo di lusso del Frosinone che al Lecce ha strappato letteralmente dalle mani Luigi Canotto, l'esterno offensivo che avrebbe fatto la differenza eccome messo sulla bilancia attuale del mercato del Lecce.

Ma è stata una questione di principio.

Sì, questione di principio perchè il Presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani e i Vice Alessandro Adamo e Corrado Liguori hanno voluto ricostruire ai giornalisti in una pausa della trasferta amichevole in Olanda i dettagli di questa operazione che stava innescando un meccanismo “folle” (FOTO SOPRA LA DIRIGENZA DEL LECCE A BORDO CAMPO AD HEERENVEEN).

Luigi Canotto era praticamente un calciatore del Lecce, aveva raggiunto l'accordo telefonico su tutto, aveva sentito i vertici societari, concordato addirittura il giorno del suo arrivo nel Salento una volta chiusa la questione Chievo Verona. Praticamente serviva solo l'ultimo passo, la firma sui moduli che solitamente si faxano in Lega Calcio per comunicare un accordo contrattuale ufficiale.

Tutto fatto nella sostanza, sino a quando il Frosinone non ha offerto poche decine (ripetiamo poche decine…) di migliaia di Euro in più sul contratto del calciatore.

Attraverso il suo procuratore Canotto ha alzato l'asticella dell'ingaggio poco oltre il rilancio del Frosinone, aggiungendo pure e sempre attraverso il suo agente che “la prima scelta sarebbe stata il Lecce, per ambizione e piazza", bastava mettere qualche decina di migliaia di Euro altra nella “busta” virtuale dell'offerta, insomma almeno pareggiare l'ingaggio proposto dai ciociari.

Neppure il tempo di inoltrare questa richiesta che il Lecce ha rifiutato categoricamente, congedando calciatore e agente ritirando anche l'offerta precedente, quella accettata da Canotto. A quel punto il Lecce si è dichiarato del tutto indisponibile ad acquistare il calciatore, anche se la trattativa con il Frosinone fosse poi fallita. Questione di principio.

Ecco, nell'estate in cui in tanti a Verona non sanno neppure se avranno un lavoro e uno stipendio collaborando con ciò che resta del Chievo Verona, qualcuno ha “ballato” sul cadavere. E' bene che si sappia come va il mondo.

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