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IL TEMA. Le 2 meridionali a confronto. Lecce e Napoli sul mercato: la differenza si vede

Un tema che sviluppiamo con questo nostro spazio riservato ai nostri analisti

18.07.2025 13:25

LECCE - Nel panorama della Serie A 2025-2026 Napoli e Lecce rappresentano le uniche squadre del Sud Italia. Si tratta di due piazze accomunate dalla passione per il calcio, ma con ambizioni e strategie societarie profondamente diverse tra loro.

Il Napoli, oramai una potenza consolidata, punta a dominare la Serie A e a competere per lo Scudetto, vinto 2 volte nelle ultime 3 stagioni, grazie a una gestione oculata e investimenti mirati. Il Lecce, invece, è una realtà più piccola, che annualmente lotta con determinazione per conquistare la salvezza, cosa che gli riesce da 3 stagioni consecutivi, pur facendo principalmente leva sulla valorizzazione di giovani talenti e profili sconosciuti grazie ai quali realizzare plusvalenze. Queste differenze si riflettono chiaramente nelle strategie di calciomercato, che evidenziano approcci quasi del tutto opposti, ma funzionali alle rispettive ambizioni.

Le strategie di mercato delle due società

Con l’arrivo in panchina di Antonio Conte lo scorso anno, coinciso con la conquista del 4° Scudetto, il Napoli ha adottato una strategia di mercato aggressiva, puntando su colpi di spessore internazionale per consolidare il proprio status di candidata per il titolo.

Prova ne è l’acquisto a parametro 0 di Kevin De Bruyne, campione belga ex Manchester City, che nonostante i 34 anni rappresenta un colpo sensazionale per l’intera Serie A. E vanno nella stessa direzione gli innesti di Noa Lang, in chiusura dal PSV, e Sam Beukema dal Bologna, entrambi per una trentina di milioni di euro, senza contare che sempre dai rossoblù il DS azzurro Manna sembra intenzionato a prelevare anche Dan Ndoye. Non a caso il Napoli è considerata anche per il prossimo anno la favorita per la vittoria del titolo, come si evince anche dalle quote Serie A, a dimostrazione di come il lavoro di De Laurentiis negli ultimi anni abbia dato i risultati sperati.

Il Lecce, al contrario, segue una linea più focalizzata sulla crescita di giovani talenti e giocatori funzionali al progetto di salvezza: lo dimostrano l’arrivo del giovane Francesco Camarda (2008), giovane promessa del Milan, in prestito con diritto di riscatto a 3 milioni (e controriscatto per i rossoneri a 4) e di Christ-Owen Kouassi (2003), terzino destro preso dallo Stade Lavallois.

Ai salentini, inoltre, interessano sempre profili relativamente giovani e che riflettono la volontà di costruire una squadra competitiva senza stravolgere l’equilibrio finanziario, perfettamente in linea con la filosofia del DS Corvino di valorizzare i giocatori per garantirsi continuità nella massima categoria.

Come sono fatte le rose e quanto valgono i giocatori

La rosa del Napoli, oggi, è un mix di stelle affermate e giovani di prospettiva, con un valore di mercato che riflette la sua competitività ai vertici. Giocatori come Lukaku e il connazionale neo-arrivato De Bruyne, ma anche l’MVP dello scorso campionato McTominay conferiscono alla squadra un appeal internazionale, con un valore complessivo della rosa di poco inferiore ai 500 milioni di Euro. La profondità della panchina, inoltre, permette a Conte di avere alternative di qualità in ogni reparto.

Il Lecce di Di Francesco, invece, si affiderà a una rosa più giovane e meno costosa, del valore di meno di 90 milioni di Euro, i cui giocatori più preziosi, al momento, escludendo Krstovic (15 milioni di euro) destinato a partire, sono elementi come Banda, Gallo, Pierotti e i due centrali Gaspar e Baschirotto, tutti del valore inferiore ai 5 milioni di Euro.

Spese storiche e investimenti passati

Le differenze tra Napoli e Lecce emergono anche analizzando le spese sostenute nelle sessioni di calciomercato passate.

Il Napoli, sotto la guida di De Laurentiis ha investito 151,6 milioni di Euro nella sola sessione estiva del 2024 (Buongiorno, McTominay, Lukaku e Neres le operazioni più onerose, tutte tra i 28 e i 35 milioni di Euro), con operazioni mirate a rafforzare una squadra già competitiva. Negli ultimi anni, il club partenopeo ha speso solo 16 milioni di Euro di tasca propria, raggiungendo l’autosufficienza finanziaria grazie a una gestione virtuosa e alla valorizzazione dei propri asset, come ad esempio Khvicha Kvaratskhelia, venduto lo scorso gennaio al PSG per 70 milioni di Euro (la prossima ricca plusvalenza sarà la cessione di Osimhen al Galatasaray per una cifra analoga).

Il Lecce, invece, dal 2015 ha investito circa 23 milioni, perseguendo l’autosufficienza, ma su scala ridotta, con acquisti “low-cost” da realtà minori e cessioni strategiche, su tutte quelle di Hjulmand allo Sporting Lisbona e Dorgu al Manchester United, ma se ne potrebbero menzionare altre, tenendo il bilancio in ordine cercando di non rinunciare alla competitività.

Un approccio, che anche se rimanendo nell’incertezza fino all’ultimo come nello scorso campionato, ha permesso ai giallorossi di ottenere tre salvezze consecutive, un traguardo storico per un club che non può permettersi le spese folli delle big.

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