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STICCHI DAMIANI, TUTTA LA VERITA'. L'intervista da non perdere: "nessuno abbandona il Lecce"

Le parole del Presidente giallorosso dopo un fine settimana di "chiacchiericci" sul futuro della società

14.03.2022 13:01

LECCE - Fa chiarezza lui. Dopo un fine settimana con qualche “chiacchiericcio” da barbiere diffuso (ahimè) anche a mezzo stampa nel momento più delicato della stagione.

Parla Saverio Sticchi Damiani e come sempre cerca di trasmettere a chi ci legge il massimo della trasparenza sul presente e sul futuro anche societario del Lecce. Mettetevi comodi, ecco le sue parole, qui in questa ampia sintesi, sotto nella lunghissima versione video integrale.

Sorpresa vera del campionato - “A questo punto è bene fare un po' il punto della situazione, con davanti la parte finale di un campionato in cui siamo la vera sorpresa. Prima di ogni partita ogni allenatore o Presidente avversario sostiene sempre che siamo la squadra da battere, un concetto che è una mistificazione della realtà. Invece siamo la vera sorpresa del torneo, perchè con i giovani che stiamo lanciando siamo in questa posizione di classifica”.

Exploit dei ragazzi - “I nostri giovani stanno tenendo botta in un campionato durissimo. Con il Brescia a centrocampo c'erano Hjulmand, Bjorkengren e Helgason, senza dimenticare che davanti c'era Rodriguez Delgado e in porta Plizzari. Non è esatto dire che siamo nati per vincere o condannati a farlo, visto che Trinchera e Corvino hanno lavorato su profili sconosciuti che Baroni sta valorizzando. Per capire il livello di questo campionato andate a leggere i cinque cambi di Monza e Brescia nelle partite contro di noi, mentre noi proponiamo sulla carta incognite, ragazzi presi in tutta Europa. Scelte spericolate, che si stanno dimostrando vincenti e che non vengono apprezzate sino in fondo. Ora si dà tutto per scontato, anche il campionato di Strefezza che nella sua vita aveva fatto al massimo 4 gol in un campionato e passava per un attaccante che non segnava quasi mai. L'ha valorizzato il Lecce di Baroni, non lo dimentichiamo”.

Mercato - “A gennaio tantissime squadre volevano i nostri giocatori e abbiamo deciso di tenerli tutti, nessuno escluso. Abbiamo sfoltito la rosa accontentando chi era fuori dal progetto tecnico, completando il gruppo con calciatori con caratteristiche diverse da quelli che c'erano già. Asencio era una opportunità di mercato e un rischio calcolato, Faragò e Simic hanno trascorsi in A”.

Casse societarie - “Se arrivasse la Serie A sarebbe un capolavoro tecnico e una bella boccata di ossigeno per il club che in sette anni di gestione con questo gruppo societario una volta sola ha chiuso i bilanci a pareggio, in A appunto, per poi ripianare perdite per sei stagioni complessive”.

Stadio pieno - “Rispetto all'ultimo anno in B registriamo un parziale -40% di incassi al botteghino. Il quadro di norme che limitano gli accessi negli stadi è molto penalizzante, speriamo vengano meno presto. Intanto confermiamo i prezzi simbolici per ragazzi e donne, è una scelta che funziona. Andare in A sarebbe il coronamento di un ottimo lavoro nostro e un premio meritato per una grande tifoseria, che in trasferta riempie il settore Ospiti spesso in cinque minuti dopo l'apertura delle prevendite”.

Solidità - “In vetta alla B ci sono sei squadre in cinque punti, può accadere di tutto, ma i numeri parlano per noi. Miglior attacco, seconda miglior difesa, capocannoniere del campionato e secondo della classifica marcatori, 95% dei calciatori di proprietà. Abbiamo delle basi solide, qualunque cosa accada al termine di questo campionato avremo messo una base importante sul nostro futuro”.

Situazione societaria - “Sette anni di presidenza mi hanno arricchito tantissimo a livello umano. E' un impegno notevole, io non faccio il Presidente a tempo pieno, devo gestire anche la mia attività professionale. E' faticoso, ma lo faccio con grande entusiasmo. Abbiamo sofferto la pandemia, come tutti, ma la compagine societaria sta bene. non dimentichiamoci che dalla A ci siamo trascinati contratti molto onerosi, stiamo ancora pagando calciatori che non ci sono più, che sono andati già via. Sotto questo aspetto il prossimo anno sarà l'anno zero della nostra compagine, questo doveva essere l'ultimo anno di grandi sacrifici”.

Blocchi e percentuali - “La società è in tre blocchi compatti, De Picciotto ha il 39% delle quote, io il 31%, il restante 30% lo dividono Liguori, Adamo e Carofalo. Se qualcuno dovesse stancarsi ci sarebbe comunque sempre un solo blocco da riempire, mai ci sarebbe con questo assetto un crollo di certezze sul futuro. Se qualcuno dovesse venire meno si tratterebbe di riempire un blocco. De Picciotto ci sta seguendo con grandissima continuità quest'anno, ha visto tutte le partite tranne l'ultima durante la quale era negli Stati Uniti, prima di Lecce-Ascoli ha voluto salutare la squadra personalmente arrivando in ritiro. Ciascuno di noi è chiamato a finanziare il club o pagare le perdite per le percentuali che ho detto prima, le proporzioni sono quelle”.

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