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Incubo finito dopo le SCORTESIE DELLA ASL DI COSENZA: tutti negativi i tamponi, ma il Lecce ha rischiato di non giocare

Ecco come è andata la notte tra venerdì e sabato, quella decisiva per "salvare" la disputa di Cosenza-Lecce

LECCE - Almeno per il momento l'allarme coronavirus è rientrato in casa Lecce.

I due tesserati del gruppo squadra (un calciatore offensivo non abitualmente titolare e un membro dello staff sanitario) che erano risultati prima positivi al tampone di venerdì e poi negativi a quello eseguito nella notte tra sabato e domenica si sono ulteriormente sottoposti a controlli medici e ad un ciclo di test molecolari completi qui nel Salento, nelle nostre strutture sanitarie.

Per loro e per tutto il resto della rosa del Lecce l'esito dei controlli è negativo.

Si può dunque tirare un sospiro di sollievo in casa Lecce, dopo l'allarme poi rientrato scattato nell'immediata vigilia della partita del "San Vito" e che ha determinato anche lo slittamento di un'ora del fischio d'inizio di Cosenza-Lecce.

Restano le brutte esperienze e le scortesie istituzionali di questa due giorni calabrese in cui la ASL di Cosenza ha negato aiuto al Lecce che per velocizzare i controlli e non correre il rischio di saltare la partita chiesto immediatamente l'attivazione dei protocolli risevati ai calciatori professionisti, con tamponi e test sul posto (il ritiro di Rende), ricevendo il rifiuto dell'ASL di Cosenza, troppo impegnata in altre emergenze nel cuore della notte tra venerdì e sabato...

Il Lecce non si è perso d'animo ed ha fatto giungere dal Salento sia i tamponi da effettuare chè il medico messo a disposizione dalla ASL di Lecce. La "navetta" automobilistica è poi rientrata all'alba a Lecce, per processare i tamponi e produrre i risultati che poi hanno consentito ai giallorossi di scendere regolarmente in campo.

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