
L'EDITORIALE. La salvezza punto di partenza per fare tesoro degli errori: l'ambiente si ricompatta OFFRENDO ARMONIA e non PRETENDENDOLA
Il Lecce scollina quota 20 campionati in Serie A: si prepara ad una stagione che dovrà nascere sotto altri auspici, facendo tesoro di una valanga di errori
LECCE - Il Lecce che volevano tutti, visto in un paio di notti su 38, col Torino e con la Lazio. Va bene così? No, è diverso, è “bastato” così, nel senso che anche in questo campionato la Serie A ha dato la prova della profonda lacerazione di valori tra parte alta e parte bassa della classifica.
Rimesso in fresco lo spumante occorre aggiungere alle infinite statistiche di questa stagione mediocre delle “piccole” che al netto della straripante e meritata vittoria del Lecce a Roma con la Lazio sarebbe bastato addirittura un punto per salvarsi dalla pochezza numerica di classifica di Empoli e Venezia. Basterà per sempre? Che Sant'Oronzo ci illumini…
La stagione 2024/2025 va in archivio con lo scatto di crescita di un ambiente che non si fa prendere in giro, maturo, che finalmente ha scoperto di avere una spina dorsale e che nel corso della stagione, soprattutto nella 2° parte del campionato, ha dimostrato alla società, ai melliflui tuttologi del web, ai suonatori di violini da Titanic che ci sono errori irripetibili che non si potranno compiere nuovamente.
E' un passaggio focale, questo.
Chiunque immagini oggi di gonfiare il petto con arroganza e alterigia forte del risultato sportivo si guardi dietro e prenda atto del tentativo che è stato portato avanti tutto l'anno di perdere il “Paradiso” della Serie A con una sfilza di scelte sbagliate. Per quanto ci riguarda si è trattato di una giocata di casinò sulla pelle del sogno nostro e di tutti.
Anche le scelte sbagliate possono portare a un risultato sportivo, soprattutto se altri le fanno più sbagliate di te. Ma il Lecce le ha provate tutte per non azzeccarne una, da una campagna acquisti che grida vendetta a un mercato di riparazione restando a guardare tronfi delle proprie monolitiche certezze. Una puntata sul casinò sul rosso o sul nero, questa volta è venuta bene.
Si riparta dunque dallo scatto di crescita dell'ambiente tutto, non dalle proprie convinzioni che invece quell'ambiente lo hanno portato al logoramento con continue dimostrazioni di forza, di “io so io e voi non siete un cazzo”.
Rappresentazioni della propria supremazia che invece non servono a nulla in un quadro in cui tutto era filato liscio per anni nel rapporto tra questa proprietà e questa piazza. Siamo impazziti tutti noi nel corso di questi mesi oppure le forzature sono state davvero tante e davvero tanto al limite? Al limite della Serie B.
Riconoscere gli errori, correggerli, cambiare strategia si può, anche restando umili di bilancio, come è umile di bilancio il Lecce che fa i conti con poche risorse di budget stagionale.
L'importante è restare umili anche di contenuti umani. Credere che la permanenza in A sia un successo di uno o dell'altro sarebbe soltanto l'ennesimo errore da “specchio, specchio delle mie brame, chi è il più bello del reame”…? E il Lecce ha bisogno d'altro, di viaggiare compatto in tutte le sue componenti, ognuna nel suo ruolo.
E non di assistere alla prossima prova muscolare.
Commenti