
ADDIO A FEDE: ha fatto la storia della TV e inventato un genere
A Segrate nel milanese giovedì i funerali del celebre giornalista televisivo che ha vissuto una vita intera tra RAI e Mediaset
MILANO - Aveva compiuto 94 anni il 24 giugno scorso, negli ultimi mesi i social impietosi più volte l'hanno dato più morto che vivo, lui che è stato un gigante della storia della televisione e del giornalismo, il più odiato per gli atteggiamenti faziosi del finale di carriera, il più ammirato e invidiato quando da giovane cronista ha messo tutti alle spalle, giovanissimo Direttore del TG1 in tempi in cui dirigere il TG1 era l'equivalente di un Ministero, di una presidenza di una camera, di un papato laico probabilmente.
Oggi Emilio Fede è morto davvero, giovedì farà il suo ultimo viaggio nei funerali programmati a Segrate, nel milanese.
Del giornalismo è stato un giovane fuoriclasse, capace di portare la “tv del dolore” tra le case degli italiani con l'idea fuori da tutti gli schemi della tv compassata di una diretta di 18 ore di fila sulla tragica fine di Alfredino Rampi in fondo al pozzo di Vermicino.
Inviato speciale della RAI in 40 stati, poi il passaggio all'allora Fininvest dove inventa il telegiornale. E “Studio Aperto” su Italia 1 fa la storia: annuncia per 1° l'inizio della Guerra del Golfo, annuncia per 1° la cattura di Saddam Hussein. Poi le macchiette al TG4, la direzione di un telegiornale fazioso e odiato, il coinvolgimento nel caso “Ruby”, l'arresto, addirittura una evasione dai suoi obblighi con la giustizia, l'oblio.
Alle sue spalle la storia di un grandissimo giornalista. Vero.
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