Editoriali

L'EDITORIALE: 30 anni d'odio, ma qualcuno ha consentito questo. Lecce-Pescara l'hanno persa tutti. TUTTI

Ecco la nostra riflessione "politicamente scorretta" dei fatti di ieri sera alle porte del capoluogo salentino

LECCE - Trent'anni. Trent'anni di odio rancoroso, corrisposto, tra le tifoserie di Pescara e Lecce.

Trent'anni passati tra il mitico "Carletto" e "lu Furcina" che botte ne hanno date e ne hanno prese contro gli abruzzesi che si sfogavano spegnendo le sigarette in faccia ai poveri tifosi comuni, non ultras, chiunque avesse la "colpa" di essere leccese e di entrare nel loro stadio, anche per partite diverse da quelle del Lecce.

Trent'anni. Non abbastanza per lasciarli a casa loro.

Grandi menti dell'ordine pubblico si sono riunite in questi mesi per chiudere la trasferta dei foggiani a Lecce, grandi menti hanno consentito che i pescaresi fossero a Lecce. A farsi accogliere come volevano e come sapevano, visto che nelle loro autovetture danneggiate durante gli incidenti facevano bella mostra mazze, tirapugni e spranghe di ferro. Che ci fosse di lì a breve un pic-nic, dunque, era soltanto una pia illusione di qualcuno abituato a troppi tavoli e onori per immaginare come gira il mondo reale.

Per questo la toppa è peggio del buco.

Raramente una Questura prende carta e penna e dirama un comunicato stampa (FOTO SOPRA E SOTTO). Lo fa raramente, quando lo fa un buon giornalista alza subito le antenne. C'è qualcosa che non va, va detto alla comunità mediatica del territorio e dunque ai salentini che tutto è stato fatto, che tutto è stato perfetto. Perchè dirlo...? Noi ne eravamo certi...

O forse c'è qualcuno che non può macchiare il pedigree con un servizio fatto male o carente? Non sia mai un superiore, qualcuno sempre più in su, prenda a malincuore gli episodi di violenza di ieri sera.

Gravi, gravissimi, per cui vanno individuati volti e nomi di chi ha rischiato di giocare con la vita di due persone. Sia molto chiaro. Ma non veniteci a raccontare che ha funzionato un sistema di scorta (primo periodo del comunicato stampa) che addirittura passo per passo avrebbe accompagnato i pescaresi a Lecce. E quando sono spuntati dalle siepi gli aggressori le volanti perchè non sono intervenute subito? Noi la Polizia ce la ricordiamo armata, scusate probabilmente ci sbagliamo, e con molti mezzi di "dissuasione" di eventuali facinorosi, sfollagente, manganelli, scudi, caschi. Quindi...? A prevalere sono stati qualche decina di tifosi che sbucano dalle siepi a marcia in corso, mentre i veicoli camminano?

Noi ci siamo fatti la nostra idea, ma dirla è un po' come sostenere l'impossibile, non saremmo mai ascoltati dall'opinione pubblica e dalla morale cosiddetta "comune".

Questi incidenti hanno fatto "bene" a qualcuno, magari a cercare di spazzare via la Curva Nord dalle ultime trasferte, a reprimere ancora di più, a girare la vite della durezza nell'eterno conflitto ultras-Viale Otranto. A chi non vuole tra i piedi gli Ultrà Lecce questi incidenti hanno fatto comodo, un rigore a porta vuota. Altrimenti mandare i pescaresi nel Salento è soltanto da polli, da incompetenti, da curriculum macchiati. Sia chiaro.

Commenti

Le voci dallo spogliatoio. PALOMBI e CALDERONI: "ora dateci il Cosenza, vogliamo sognare"
DIMESSI TRE DEI FERITI, la condanna del Lecce: "violenza che non appartiene ai valori dello sport"