Editoriali

L'EDITORIALE. Il rischio della "piazza": Nardò voleva linciare un innocente sulla base di "FAKE NEWS", "Tatiana è morta". Ora riflettano in tanti

Sulla vicenda della 27enne di Nardò ritrovata sana e salva ieri in serata si addensano tante nubi, anche sui comportamenti dei tempi moderni dei semplici cittadini e dei media a "caccia" sempre di un primato su un altro media

NARDO' - “Datecelo a noi, lo facciamo a pezzi con le mani”.

La folla inferocita di Nardò voleva ammazzare per strada il 30enne accusato per le dicerie popolari alimentate per deduzione dalle “anteprime” dei media di aver ucciso Tatiana Tramacere, la 27enne ritrovata poi viva sana e salva e allontanatasi dalla famiglia dal 24 novembre scorso in maniera volontaria.

E se non ci fosse stato un enorme dispiegamento di forze dell'ordine davanti alla casa del ragazzo certamente per lui la giornata di ieri non sarebbe finita bene. Ne siamo certi.

Tutto era partito da una pericolosissima “fake news”: “Tatiana è morta, in questi momenti si sta procedendo al recupero del cadavere”.

Fari puntati di conseguenza e in maniera naturale sul 30enne che aveva visto per ultimo la ragazza, la cui abitazione è stata immediatamente presa d'assalto, sulla base di una notizia falsa. Il “popolo”, alimentato dalla “fake news”, aveva emesso sentenza, era pronto al linciaggio.

Una spirale pericolosissima di odio e di violenza che correva social dopo social, click dopo click. E che rischiava di travolgere un innocente.

Riflettiamoci. Riflettiamoci tutti. Abbiamo ruoli delicatissimi. Tutti. L'operato di chi fa informazione, mai come in questo caso di cronaca ne abbiamo tenuto il polso, può davvero condizionare o cambiare le sorti di vite umane. Ci vuole molta attenzione. Ieri il cattivo giornalismo, l'eterna “gara” ad arrivare per primi si poteva portare dietro un morto. E per davvero…

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