Cronaca

Violentata quotidianamente dal padre mentre la matrigna riprende col cellulare: il GUP respinge i patteggiamenti

Pene troppo basse concordate col PM per chiudere il processo: il giudice non le accetta

LECCE - La pena concordata con il PM è troppo bassa per un reato ignobile, secondo il GUP, e dunque bisogna andare avanti con il processo e riprovarci, eventualmente proponendo pene più alte.

Decisione a sorpresa e di polso, netta, da parte del Giudice per l'Udienza Preliminare Simona Panzera che ha rimandato a casa scontenti un padre violentatore e una matrigna degenere che riprendeva con il cellulare le prestazioni sessuali del compagno con la figlia per minacciarla e tenerla lontana dai ragazzi del paese. Entrambi avevano concordato una pena lieve con il PM: tre anni e sei mesi il padre, appena sei mesi la matrigna. Troppo poco secondo il GUP: richiesta di chiudere il processo respinta.

Come nel Medioevo quella ragazza doveva essere solo della famiglia, solo del padre, che per cinque anni ha avuto quotidiani rapporti sessuali con lei, sino alla maggiore età.

E' la storia di incesto e “revenge porn” che arriva dal Sud Salento, da una realtà nell'hinterland di Gallipoli.

Le violenze sessuali in famiglia si sarebbero interrotte quando la giovane, diventata già più grande, avrebbe trovato la forza per recarsi dai Carabinieri con il suo fidanzato per denunciare il padre naturale e la matrigna.

L'inferno era iniziato nel 2015: i genitori della ragazza si separano e il padre si tiene in casa la giovane figlia e nel frattempo arriva anche una nuova compagna. Con questa donna organizza gli stupri ai danni della ragazzina, costretta a continui rapporti sessuali con il padre, ripresi anche con il telefonino.

L'utilizzo del cellulare, in particolare, era considerato necessario per allontanare eventuali ragazzi coetanei che corteggiassero la ragazza: a questi veniva mostrato come la giovane avesse rapporti sessuali con il padre, per “cacciare” via i pretendenti.

Una storia di squallore che per il GUP merita una fine giudiziaria diversa e più pesante.

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