
ULTIM'ORA. TUTTI ARRESTATI, tranne Delli Noci. Il GIP ha deciso: "prove e intercettazioni granitiche"
Per il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce il quadro di prove della Procura è "granitico"
LECCE - Secondo il GIP del Tribunale di Lecce “il quadro delle accuse e delle prove è granitico, le intercettazioni addirittura inequivocabili”.
Per questo il magistrato Angelo Zizzari in addirittura 1200 pagine di ordinanza ha mandato in carcere tutti i colletti bianchi coinvolti nell'ultima maxi-inchiesta della Guardia di Finanza di Lecce su una presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla frode in finanziamenti pubblici, in cui è rimasto coinvolto anche il livello politico e l'ex Assessore Regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci.
Nessuna misura è stata applicata per lui e per Angelo Mazzotta, 65enne Dirigente dello Sportello Unico dell'Edilizia del Comune di Lecce.
Per il GIP sono state decisive le dimissioni da Assessore Regionale e Consigliere Regionale di Delli Noci e il pensionamento imminente dell'alto funzionario Mazzotta che di fatto si è auto-sospeso da ogni incarico operativo in vista della pensione. Entrambe le scelte fanno venire meno la reiterazione eventuale di reati, per cui per Delli Noci e Mazzotta l'inchiesta va avanti sui fatti contestati, ma la libertà non è a rischio.
Vanno invece tutti in carcere, subito, gli altri coinvolti eccellenti.
In carcere l'imprenditore leccese Alfredo Barone, 69 anni, i domiciliari per il collega imprenditore Marino Congedo, 82enne di Galatina, e per Maurizio Laforgia, 52enne di Bari, figlio dell'ex Rettore dell'Università del Salento e attuale Presidente di Acquedotto Pugliese Domenico.
Sospensione dalle attività professionali per il commercialista Giovanni Rapanà, 64enne leccese, per Corrado Congedo, 62enne leccese, per Michele Barba, 49enne di Gallipoli, e Italia Santoro, 61enne di Lecce.
Già il PM Carducci titolare dell'inchiesta, sempre in vista di imminenti pensionamenti dalle funzioni, avevano rinunciato a chiedere i domiciliari per Nicola Capone, 68enne Responsabile Ufficio Permessi a Costruire del Comune di Lecce, e Luciano Ancora, 64enne imprenditore di Galatina.
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