Editoriali

L'ANALISI: Lecce, si vede calcio, non siamo più la squadra dei "perdenti di successo"

La nostra riflessione dopo la vittoria di Monopoli

MONOPOLI - Il Lecce che si rimette in viaggio rientrando da Monopoli con 3 punti pesanti è una squadra che può essere felice, una formazione che sta prendendo consapevolezza delle sue qualità, fatto che ha sempre difettato ai giallorossi nella loro lunga (purtroppo) esperienza recente di Lega Pro, piena di protagonisti in campo troppo spesso auto-consideratisi "perdenti di successo", "finiti" o "semplici mestieranti della categoria". Difetti mortali, del Lecce del passato.

Questo Lecce ha invece sostanzialmente amministrato il suo avversario, con qualche patema finale frutto esclusivamente di suicidi dei singoli, senza rinunciare a giocare mai il pallone e con qualche difficoltà dettata da una condizione atletica in via di formazione, ancora "pesante" per via di un ritiro molto concentrato di lavoro sul campo e di spostamenti tra un impegno di Coppa Italia e l'altro.

Comunque si è visto un Lecce armonioso, a tratti, che a memoria non ricordavamo messo così alla 1° giornata di un campionato, quando sempre i salentini sembrano un cantiere aperto. Il lavoro estivo di costruzione di una rosa "per tempo", con ampio margine d'anticipo, sembra poter pagare positivamente in questa direzione.

Attacco - Per Caturano è il tempo di essere libero dalla prigione della presenza in campo, ingombrante, di Moscardelli o Curiale. Il bomber napoletano è il centro del progetto, l'uomo che Torromino e Pacilli cercano con attenzione costante. Prende 2 pali, segna la rete che spacca la partita, cosa chiedergli di più?

Centrocampo - Diciamolo apertamente, ma anche senza che nessuno si offenda: Arrigoni e Mancosu rappresentano una svolta sul passato "ruvido" di Salvi e Papini. Ora il Lecce fa viaggiare il pallone, con qualche muscolo in meno, forse, ma con tante geometrie in più. Preoccupa solo il modo con cui il tecnico Zanin ha inaridito e ingabbiato la fonte primaria del gioco giallorosso, Arrigoni, che si è acceso solo a sprazzi, entrando comunque nel vivo di 2-3 azioni pericolosissime.

Difesa - Da punto di forza di Braglia a nota dolente. Il Lecce marca a volte troppo "largo", senza molta pressione immediata, lasciando agli avversari la possibilità di trovarsi spesso frontali alla porta. Non va bene: anche se comprendiamo la vocazione a giocare e a proporre del calcio di Padalino non si potrà pretendere di vincere tutte le gare 3-2, 2-1, 4-3 o altrimenti. Molti dubbi dalle prestazioni recenti di Giosa e Cosenza: speriamo sia una questione di pesantezza di carichi e di poca reattività e brillantezza fisica. Una coppia così importante non può traballare sempre.

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