Editoriali

Quando sfasciano si chiamano "ULTRAS", quando ospitano "TIFOSI". Mettiamo un po' d'ordine

Cerchiamo di ripristinare la verità dei fatti rispetto ad alcune vicende di ieri dopo il rinvio di Lecce-Cagliari

LECCE - Prescrizione medica: in questo articolo la parola più ripetuta sarà "ultras", in maniera tale che molti raccontatori di frottole di cui questa città è piena possano ficcarsi nella testa il vocabolo e magari possano farlo entrare nelle loro penne deviate.

Penne per cui il significato anche giornalistico di ultras è esclusivamente legato a vicende di violenza, quello delle anime candide, invece, è legato al vocabolo "tifoseria". Generico.

Mettiamo in ordine le cose, allora, essendo meno generici possibile.

Ore 21.15, l'arbitro Mariani di Aprilia decide che può bastare così, bastano tre tentativi: Lecce-Cagliari è rinviata di 18 ore, alle 15 del lunedì, nella speranza che il maltempo conceda una tregua al Salento.

E' a quel punto che una delegazione degli Ultrà Lecce si avvicina al settore Ospiti per offrire ospitalità notturna a chiunque volesse restare a Lecce per assistere alla gara del giorno dopo.

Una richiesta che è stata accolta con molta gentilezza da una manciata di ultras rossoblù che hanno trascorso la notte a Lecce senza ulteriori problemi di logistica, di spese e trasferimenti. La gran parte degli ultrà isolani, vale dirlo sempre per la stessa onestà intellettuale, è già rientrata a Cagliari: pulmini a noleggio da restituire, coincidenze da prendere con il traghetto, il ritorno a lavoro di inizio settimana, tante le cause che hanno indotto al viaggio a vuoto la maggioranza degli ultras rossoblù.

Ma il gesto, il gesto è un segno, tanto che gli ultras del Cagliari (i sardi sono gente rara per cocciutaggine ma anche per bontà) hanno riempito i loro profili social di ringraziamenti agli Ultrà Lecce.

Una polpetta avvelenata dai raccontatori di frottole e dai copiatori seriali di questo territorio che hanno subito trasformato gli Ultrà Lecce in "tifoseria" e il gesto che fa parte di una certa etica comportamentale ultras in quello di non si capisce bene quali "tifosi" del Lecce, forse di quei "tifosi" già sotto le coperte al caldo da ore.

Eppure senza malafede non era difficilissimo attribuire il gesto agli Ultrà Lecce, vista la fuga in massa dal "Via del Mare" dei semplici "tifosi" che se ne sono guardati bene dall'affrontare il maltempo di ieri. Anche statisticamente, dunque, i raccontatori di frottole avrebbero avuto molte più possibilità di riferirsi agli ultras piuttosto che a una "tifoseria" inesistente ieri sera (FOTO SOPRA E SOTTO I DUE SETTORI TRADIZIONALMENTE PIU' FREQUENTATI DELLO STADIO, A CONFRONTO).

Per il resto ci aggiorniamo al prossimo processo, alle prossime denunce, ai prossimi DASPO: vedrete come tornerà a volteggiare nell'aria la parola "ultras" tra raccontatori di frottole e copiatori seriali.

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