Editoriali

L'EDITORIALE. La Serie A? ASSUEFAZIONE per tanti, non per noi. Vogliamo vincere e salvarci. DAI LECCE!

La Serie A è un patrimonio, va difeso: non serve solo la gratitudine o la rassegnazione a qualunque evento

LECCE - La Serie A non è questione di assuefazione. Nessuno pretendeva 50 punti, sia chiaro, ma il Lecce dell'ultimo mese non lo vogliamo vedere. Ci girano, eccome se ci girano.

La Serie A dunque non sia questione di assuefazione per cui "beh, pazienza, vada come vada, siamo grati a tutti". E no, qui si partecipa per vincere, per fare bene, per salvarsi.

La scusa della Serie A, quindi, non deve condizionare i giudizi severi che noi stiamo provando ad urlare dalle nostre modeste postazioni giornalistiche, mentre l'assuefazione da Serie A lascia tutto l'universo e i pianeti di carta stampata, oliata o web a guardare il cielo a bocca aperta come gli asini di notte. Saranno gli stessi che con aria da babbei a fine stagione diranno "toh, guarda, siamo retrocessi e non ci abbiamo capito un cazzo"!

Bene, noi invece vogliamo capirne qualcosa, svegliarci prima di farlo in B.

Lo vorremmo fare in una Serie A modestissima, a fine girone d'andata lo possiamo dire: qualche giornata fa, dopo Firenze, era legittimo aspettarsi che questa squadra potesse girare a 20 punti o più, calendario e modestia del campionato alla mano.

Sotto una certa linea di 4-5 squadre inavvicinabili e inaffrontabili, infatti, questo Lecce poteva "giocarsela con chiunque", fare "punti ovunque". Erano queste la frasi di cui andavamo più fieri riprendendo l'aereo dopo ogni trasferta, rimettendoci sulla strada di casa al termine di ogni gara casalinga, anche di quelle parzialmente deludenti nel risultato finale (Genoa, Sassuolo, Cagliari).

Che è successo? Si può sapere? E' lecito chiedersi perchè questa squadra non sputa più veleno, non tiene sangue in corpo, si lascia passare gli eventi come acqua addosso, non ha reazione, orgoglio, spina dorsale?

Non c'è risposta, davvero, non lo diciamo per essere sibillini: non c'è risposta, perchè non ne esiste nessuna di buon senso. Impossibile che un gruppo remi contro sè stesso, contro l'allenatore o chiunque, perchè di fatto vorrebbe dire anche remare contro le proprie carriere. Impossibile.

Più probabile che chi ha tirato la carretta sin qui sia arrivato alla fine del limone da spremere: finito il succo sono cominciati i guai, anche perchè Liverani ha una profondità di panchina inesistente, data da un mercato estivo catastrofico. Catastrofico.

E il Lecce non ha neanche speso poco! Altro che. Anzi, se c'è qualcuno che può recriminare più di tutti per la serie di scelleratezze compiute in sede di trattative estive c'è proprio la società che ha investito tantissimi soldi per il rafforzamento tecnico e per la riqualificazione dello stadio, dimostrando amore, coraggio, voglia di tutelare il patrimonio della Serie A.

L'ha fatto buttando palate di soldi dalla finestra mentre il Verona prendeva Lazovic, Veloso, Amrabat e Rrahmani spendendo un milione in quattro (neanche trecentomila Euro l'uno...), mentre il Brescia si faceva prestare Romulo gratis, il Genoa passava dal Milan (gratis) per Zapata svincolato, un centrale di esperienza, il Bologna con quattro soldi si portava a casa Bani, Medel (militanze anche in Champions) o Tomiyasu o il Brescia metteva Joronen tra i pali che anche i muri conoscono come tra i migliori portieri del Nord Europa, non c'era bisogno di una grande rete scout da mettere a libro paga.

Potremmo andare avanti a lungo, snocciolando il mercato della Serie A. Non lo facciamo, non serve e poi servirebbe solo ad umiliare ingiustamente qualcuno. Ora salviamo il Lecce, poi ci sarà tempo per analizzare gli errrori.

Ma per rispetto verso questa società e i suoi 20mila abbonati tirino fuori le palle tutti quelli che ci stanno, altrimenti possono togliere il disturbo. Se restano contribuiscano, fuori le palle tutti, dal DS all'allenatore, dallo staff atletico ai calciatori.

La Serie A vale il nostro termine di paragone: vale sangue, vale spirito da combattimento. Vogliamo vedere sputare sangue. Altrimenti grazie lo stesso. A Lecce, a questa società, a questi tifosi non servite: qui c'è in gioco un patrimonio supremo, non le carrierucce di qualcuno. Sputare sangue, tutti.

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