Editoriali

TESORO, CHE FIGURACCIA. 5-0 SoloLecce.it: annunciano le querele, non ne fanno neanche una. SCADUTI TUTTI I TERMINI

Il documento: ai danni di chi detiene la responsabilità di questo giornale on line non c'è neanche un procedimento in corso

LECCE - Questa volta questa vittoria non potevamo tenerla per noi. Se tutte le altre volte non l'abbiamo fatto sapere, quattro volte (q-u-a-t-t-r-o!), alla quinta denuncia mancata, falsa, dobbiamo dirlo: il DS dell'Ascoli Antonio Tesoro e prima di lui tutta la famiglia al completo non ci hanno mai denunciato una volta, neanche questa volta.

Parlano, piagnucolano attraverso comunicati pubblicati da una testata dal nome "Pianeta Lecce", ma dal magistrato non ci vanno mai. Sarà allergia..., probabilmente è di famiglia...

Abbiamo aspettato 60, 90, 120 giorni di sicurezza per non sbagliarci, per stare nei termini concessi alla autorità giudiziaria per esercitare l'azione penale, per aprire una qualunque inchiesta. Niente.

Abbiamo chiesto più del vecchio caro casellario giudiziario, abbiamo chiesto addirittura il report di qualunque indagine o inchiesta ai danni di chi rappresenta SoloLecce.it. Niente: "non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazioni" (FOTO SOPRA).

Non c'è una querela, una denuncia, non c'è niente di tutto quel che ci ha promesso per quattro anni la famiglia. Le querele annunciate sono rimaste sulle bacheche social dei fedelissimi.

E' la politica degli annunci, quella più squallida e intimidatoria che possa esistere quando coinvolge la stampa. Sì, si chiama politica della intimidazione della stampa. E per la "Tesoro family" la politica degli annunci delle querele è come tutto il resto. Un buco nell'acqua, vuoto a perdere.

Sarà finita la carta, probabilmente, sarà quel che sarà, ma non riusciamo in nessun modo a farci querelare dalla ex proprietà del Lecce che preferisce parlare per annunci confidando negli stolti che danno loro retta senza mai opporre nessuna tesi contraria a tutto quel che abbiamo raccontato in questi anni su di loro.

Annunciano querele, richieste di maxi-risarcimenti, lamentano di essere stati violentati nell'onore e nella purezza d'animo che li spinge a stare al mondo. Sanno che nel giornalismo delle invidie e delle coltellate agli avversari troveranno sempre qualcuno pronto a riportare le loro verità di cartone, quelle che non portano mai davanti ai giudici. Niente, non c'è verso, alla magistratura non ci vanno mai. Mica fessi, lì bisogna dimostrare, dimostrare e dimostrare che il diffamatore ha detto una cosa falsa. E davanti alla magistratura non ci vanno mai.

Leonardo Sciascia, ne "Il giorno della civetta", descriveva l'umanità con frasi illuminanti: "io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà".

5-0 SoloLecce.it.

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