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PERIZIA SCONVOLGENTE: Astori non è morto nel sonno. Inchiesta per omicidio. Certamente si poteva salvare

Il capitano della "Viola" non è morto per il rallentamento del cuore, ma per l'accelerazione: l'hanno stabilito i medici

08.06.2018 15:21

UDINE - Secondo i risultati di una perizia richiesta dalla magistratura sulla morte di Davide Astori il cuore del calciatore non si sarebbe fermato in virtù di un rallentamento costante che l'avrebbe portato alla morte, ma avrebbe accelerato per una patologia tachicardica. Sostanzialmente, se il calciatore non fosse stato da solo in camera, ma con un altro compagno di squadra, la sua reazione alla tachicardia avrebbe potuto portare a soccorsi tempestivi: mentre il rallentamento dei battiti può colpire nel sonno, infatti, una situazione contraria viene avvertita con dolori e fitte che certamente hanno svegliato il capitano della Fiorentina.

E' la drammatica verità della perizia che è stata chiesta dalla Procura della Repubblica e che ha portato a questi risultati per certi versi sconvolgenti.

Per questo la magistratura ha manifestato l'intenzione di andare avanti nella sua inchiesta per omicidio, aperta a carico di ignoti.

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