Editoriali

L'EDITORIALE. Lacrime giallorosse, dolore infinito. Ma noi ripartiamo. Senza nasconderci gli errori. In panchina VOGLIAMO UN UOMO FORTE

Ecco il nostro piccolo saluto da Alessandria, ai tifosi e ai nostri tantissimi lettori: ora inizia una lunga estate di notizie

ALESSANDRIA - Scrivere a pochissimi minuti dalla fine di questo campionato e di questo incredibile Alessandria-Lecce è roba dura, ci vuole pelo sullo stomaco, dopo 5 anni di delusioni e amarezze lancinanti che non hanno fiaccato il nostro e il vostro amore. Ne siamo certi.

Ecco, dall'amore si riparte, è quel che ci piace immaginare ora. Altro non sappiamo pensare, in questo finale che ha scritto una pagina tristissima che abbiamo visto negli occhi dei tifosi che erano arrivati sin dal Belgio e nelle lacrime dei giallorossi in campo.

Eppure uno straccio di analisi a questa stagione bisogna farla. Ed essere concreti, dirci tutto.

Non è un anno buttato, è vero, ha ragione Saverio Sticchi Damiani (LEGGI QUI L'INTERVISTA), nel senso che è innegabile come si sia costruito un patrimonio tecnico di valore che la stagione prossima potrà puntare senza esitazioni alla vittoria del campionato, complice anche le problematiche societarie delle presunte "grandi", Catania e Trapani su tutte, l'incertezza sul futuro del Matera sospeso e appeso alla volubilità del suo patron, che un giorno vuole costruire il Real Madrid e il giorno dopo minaccia di mandare tutto a cartoni.

Ma non è un anno buttato anche per tutta una serie di errori, in sede di costruzione della squadra soprattutto, che con pervicacia sono stati portati avanti e a volte anche difesi con ostinata protervia, a costo di sfidare la realtà. E questo non va bene.

Meluso, un DS che consideriamo il top per questa categoria, e lo continuiamo a considerare tale anche dopo queste considerazioni, avrà capito che senza un portiere di estrema sicurezza (Perucchini per intenderci) non si può approcciare un campionato di vertice. Dunque l'anno prossimo basta esperimenti, ripartiamo da certezze.

Meluso, poi, avrà capito che tirare la corda sui numeri dei centrali a disposizione non paga, dunque nel prossimo campionato una "batteria" di quattro alternative minimo è d'obbligo.

Meluso avrà capito che adattare costantemente elementi fuori ruolo sulle corsie esterne nemmeno paga, nonostante il grandissimo spirito di sacrificio e il rendimento positivo costante di gente come Ciancio e, molto più a sprazzi, di Vitofrancesco. Possibile che a Lecce per ricordarci di un mancino dobbiamo indietreggiare ai tempi di Tonetto e prima ancora di Macellari? Un diavolo di esterno si troverà in questo stramaledetto mercato, o no?

Meluso, inoltre, da persona di calcio avrà capito che a gennaio il Foggia ha preso il largo, con una campagna di rafforzamento invernale precisa e mirata a garantire il salto di qualità. Noi siamo rimasti uguali, anzi..., ce ne siamo stati lì a logorarci elementi spremuti sino all'inverosimile.

Meluso avrà capito che Padalino (certamente) e forse anche Rizzo non sono gli allenatori giusti per il momento e per il contesto storico del Lecce. Posati, forse per indole tranquilli, tutti quelli che arrivano sulla panchina del Lecce negli ultimi anni si sono trasformati in nobili ottocenteschi, un po' spenti. Lo diamo un Cosmi, a questo Lecce? E' solo una traccia, per carità, ma lo diamo uno "feroce" a questa piazza? Un Auteri, un Calabro? O vogliamo continuare a fare i "signori"...?

Grandissimo merito, per carità, al lavoro che ha fatto Rizzo, pur non esente da alcune colpe che abbiamo sottolineato in sede di titolazione dei nostri articoli del dopo-gara, ossia al netto di alcune scelte infelici, come prendere dal mazzo della panchina tre ectoplasmi su tre, che hanno anestetizzato un Lecce sino a quel momento dominante (Doumbia, Mancosu, Tsonev).

Robertino lo sa, siamo gente intellettualmente onesta, gli siamo stati vicino e lo faremo ancora se avrà l'onore di guidare il Lecce: il nostro è un giudizio di merito circoscritto ai 20 minuti finali dei tempi regolamentari, che il tecnico di San Cesario di Lecce capirà eccome. E forse capirà, ne deriva, che non sono soltanto colpe sue, se le gambe dei sostituti non giravano per niente. In campo a passeggiare non ci è andato certo lui.

Ora non ci resta che l'estate, il futuro solido di una società che non molla di un centimetro, anzi..., che acquisisce ulteriori partecipazioni al pacchetto azionario che renderanno il progetto Lecce ancora più solido. Lo vedrete e lo saprete presto.

Poi c'è il "sogno" del ripescaggio, anche lì oramai tocca a noi se qualcuno muore: per tutte le griglie siamo ragionevolmente davanti. Seguiremo questa vicenda con grandissima attenzione, scrupolosità e senza vendere fumo, dando solo notizie, come abbiamo fatto nei giorni scorsi per primi, scarsamente seguiti da una informazione locale misogina e che si "vergogna" di riprendere una notizia dagli altri solo perchè troppo occupata da anni a misurarsi quanto è lungo... il suo ego. Prima o poi è lì che toccherà anche a loro, sarà quello il tema dell'estate. Concreto, reale. Vedrete.

Noi ci saremo, con la nostra informazione, pronti al prossimo ritiro, alle amichevoli, alla Coppa Italia e al campionato. Convinti che dopo esserci sbarazzati di Perugia, Trapani, Carpi, Frosinone, Benevento e Foggia il prossimo turno sia il nostro. Crediamoci. Non può piovere per sempre.

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