Editoriali

L'ANALISI: Padalino questa volta col "braccino". Stessi spettri di Caserta: lì fuori Doumbia, a Francavilla Marconi

Il momento dei giallorossi e l'analisi dei problemi tattici emersi a Francavilla nel nostro punto settimanale

LECCE - Questa volta tutte le mosse correttive sono state inutili, anzi probabilmente tardive.

Solo a 12 minuti dalla fine di Francavilla-Lecce il tecnico Padalino ha tentato il tutto per tutto, gettando nella mischia Torromino e Marconi per un Lecce super-offensivo col 4-2-4 che non ha fatto uno straccio di tiro in porta, intasando tutti gli spazi del "campetto di calcetto" di Francavilla Fontana.

Un boomerang, per Padalino, che a così poco dal termine non poteva pretendere di più dalla "tonnara" in cui si era trasformata l'area di rigore del Francavilla, dove non passava neanche uno spillo, sullo sfondo di una bolgia infernale.

Un errore che risale a monte. Alla vigilia il tecnico aveva lasciato intravedere di voler riflettere a lungo sull'ipotesi di lanciare contemporaneamente Caturano e Marconi, reduce da due reti in due partite, anche a costo di sacrificare l'amato 4-3-3 o di modellarlo diversamente per l'esigenze della gara. L'ha detto per fare pre-tattica? L'ha pensato veramente? Non lo sapremo mai.

Di certo ha scelto l'uomo sbagliato per il suo reparto offensivo: lasciare in panchina un attaccante con il "piede caldo" come Marconi puzza di scelta sbagliata, esattamente come avvenne a Caserta, quando il sacrificato fu lo straripante Doumbia, con risultati fallimentari.

Ora, dopo 28 giornate e 28 formazioni, l'importante è non sbagliare più rotta. I bonus sono finiti.

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