Editoriali

Alla società GRAZIE LO STESSO. Ma ora una certezza: il progetto continui SENZA BRAGLIA

Finale amaro per un campionato con molti errori. Li analizzeremo presto

FOGGIA - Di questo campionato restano tanti "fotogrammi", tante immagini che ora passano davanti agli occhi nella notte di Foggia, sullo sfondo della gioia dei rossoneri e della tristezza dei quasi 500 giallorossi arrivati sin qui con la speranza legittima della "remuntada" giallorossa.

Lecce ha comunque ricostruito un sogno finito o quasi, quello del calcio, che continua e continuerà a grandi livelli, grazie all'impegno di Saverio Sticchi Damiani, di Enrico Tundo e di quanti si sono messi "le mani in tasca", come si suol dire, ossia hanno investito parte delle loro finanze in un bene comune che non muore, il Lecce. Non gliel'ha prescritto il medico curante, l'hanno fatto anche per salvare un pezzettino di storia gloriosa del calcio italiano. Grazie.

Ci sentiamo di dire loro grazie, ci riproveremo tutti insieme. Ci riproveremo noi, finalmente trattati come professionisti veri, messi nelle condizioni di lavorare e di dare anima e cuore, raccontandovi tutto di questo Lecce. Ci riproveranno i ragazzi della Curva Nord, gli unici che meritano la Serie A senza neanche passare dalla B. Ci riproveranno i 6802 abbonati della "Tana dei Lupi", ma anche gli altri 10-15mila cosiddetti "occasionali", che Lecce ha e che ora spera di riconquistare in pianta stabile, non solo nelle gare di cartello, che si tratti della Juventus, del Matera o del Foggia.

Ci riproveremo. Tutti insieme.

Quest'anno sono stati fatti degli errori, li analizzeremo in estate, alcune mosse di mercato o le scelte cardine di inizio stagione si sono rivelate infelici o dettate dall'inesperienza societaria (puntare su Asta per poi allontanarlo subito, l'assenza di un uomo di manovra in mezzo al campo, di uno da "ultimo passaggio", la carenza atavica di bomber, sino a gennaio, poi l'inspiegabile scarso utilizzo di uno come Caturano da gennaio in poi, uno dei grandi demeriti di Braglia). Ci sarà tempo per sviscerarli tutti, questi temi.

La scorsa estate è nato però un progetto, che va avanti, anche se abbiamo l'impressione che lo farà senza Piero Braglia, che nei momenti cruciali ha pagato con errori personali e clamorosi e una dose eccessiva di saccente superbia, l'eventuale mancata riconferma, che a noi pare nelle cose.

Il Lecce che nasce da domani probabilmente camminerà senza il tecnico toscano, e ci pare giusto che a questo punto debba essere così. Anche a Braglia, nonostante tutto, ci sentiamo di dire grazie lo stesso. Ci abbiamo provato Piero. Ma ora basta.

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