Editoriali

L'ANALISI: il Lecce cambia e sa cambiare. Altro che integralismo, bene anche col 4-1-4-1

Ieri in avvio di partita mezz'ora di scelte tattiche nuove per il mister: cerchiamo di capire perchè

LECCE - Altro che integralismo tattico, altro che "quel cocciuto di Padalino", come lo apostrofano i suoi detrattori. Il Lecce cambia e sa cambiare, quando serve.

C'è stata una interessante novità tattica, nel modo di disporsi in campo dei giallorossi che hanno battuto il Siracusa.

Nella prima fase della gara la squadra si è disposta spesso con un chiarissimo 4-1-4-1, soprattutto in situazione di non possesso del pallone.

Quando l'azione era condotta dai siciliani gli esterni alti, Pacilli e Doumbia, si abbassavano sulla linea dei due interni di centrocampo, Costa Ferreira e Mancosu, formando una linea a 4, mentre Arrigoni scalava qualche metro più in basso a fare da "schermo" davanti alla difesa.

Unico riferimento in avanti rimaneva Caturano, che pure non era in perfette condizioni fisiche e dunque in questo modo era anche meno gravato dei ripiegamenti difensivi. Una scelta ragionata, da Padalino, in virtù della settimana di allenamenti ridotti del bomber, che di conseguenza doveva "economizzare" risorse fisiche per farsi trovare pronto su pochi palloni offensivi piuttosto che sfiancarsi in un lavoro più completo.

Esperimento che consideriamo complessivamente positivo ma da rivedere in altre situazioni, da migliorare, perchè nonostante una disposizione decisamente più accorta il Lecce ha rischiato molto proprio in quella fase del gioco, anche se non per difetti nei meccanismi tattici ma per disattenzioni dei singoli. Resta dunque la prospettiva di una soluzione interessante per garantire maggiore equilibrio, in determinati momenti delle partite.

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