Editoriali

Ottimismo, sorriso e 3 punti: questo resta. Per il gioco e un Braglia più sereno aspettiamo tempi migliori

Il nostro editoriale: la riflessione sul momento del Lecce

LECCE - Sorriso, ottimismo e 3 punti. Per il gioco e un Braglia più sereno in panchina bisogna aspettare tempi migliori, o al massimo l'anno prossimo.

Dalla vittoria con la Paganese sono arrivate 3 buone notizie, e mica è poco, ma anche la cattiva notizia della perenne sterilità dell'attacco giallorosso, di cui vi abbiamo parlato nel tema di ieri lanciato dalla nostra testata, in cui abbiamo sottolineato numeri alla mano come ad aprile siano arrivati 0 gol in un mese intero dai 7 attaccanti giallorossi (CLICCA QUI SE VUOI LEGGERLO). E' un problema pratico e grave, va risolto.

Per il resto una scossa, anche se non evidentissima, si è vista, se non altro dal punto di vista morale e motivazionale; per il gioco, dicevamo, rivolgersi altrove. E sì perchè il vero problema del Lecce resta questo sterile giochicchiare senza un'idea precisa, vivendo dell'episodio (fortunatamente stavolta ci ha pensato il talento di De Feudis), o questo accontentarsi di un possesso palla che non porta da nessuna parte, uno "scarico" di responsabilità da un piede all'altro, attanagliati dalla giusta paura di non farcela. Un'assenza di leaderismo che nel Lecce si nota. Lento e senza sbocchi anche con la Paganese è sempre lo stesso Lecce, sia pure rinvigorito dalle buone prestazioni dei singoli di Liviero (nella fase offensiva), De Feudis, Papini e Lepore.

Buona l'idea, finalmente, di ridare libertà a Surraco tra le linee e fronte alla porta, trasformando il 3-4-3 in un 3-4-1-2, togliendo l'uruguaiano dai compiti di copertura e dal lavoro incessante sulla fascia che l'ha "consumato" sul piano dell'energia per tutto l'anno. Sia chiaro, con la Paganese Surraco non ha fatto miracoli, anzi ha giocato anche piuttosto male, ma almeno ora non deve correre a vuoto su una fascia, frenare, tornare sul piede del cross e spesso finire a terra... Almeno ora sta più in piedi che per terra. E' già qualcosa in ottica play off.

Per il resto Braglia ha iniziato la "rivoluzione lenta", con un po' di riposo per Moscardelli, Doumbia ed altri che potranno essere utili nei play off. Prosegua senza paura, in questi cambi ha il sostegno della piazza e dell'ambiente, anche il nostro, che non ci preoccupiamo delle posizioni dei senatori a vita o di elementi presuntamente intoccabili. Qui a Lecce, sappia Braglia, siamo maturi, abbiamo visto calcio (anche e soprattutto altro calcio...). Ai giallorossi serve l'apporto di tutti, ora non ci interessa il pedigree. Piuttosto è stato il tecnico, spesso, a farsene un problema distinguendo tra titolarissimi e panchinari eterni.

Il suo campionato è già finito, vien da dire scherzosamente fortunatamente, vista la quantità di proteste ed allontanamenti collezionati (FOTO SOPRA E SOTTO), con un bottino di squalifiche di 3+2 tra Ischia e la Paganese in casa (il primo giudizio venne poi ridotto a 2 turni di stop in appello).

Non è un bel passaporto per un allenatore da Lecce. Per ora ci fermiamo qui, Braglia continui a vivere il finale di campionato con il suo fare sanguigno o da combattente. Nessun problema. Speriamo che ne abbia ragione in termini di risultati. Poi i giudizi finali sulle condotte dei singoli saranno rimessi a risultato definito. Di certo la società immaginiamo non possa sentirsi felice di fare i conti con pluri-squalifiche, continui avanti e indietro dagli appelli per le riduzioni, eccetera, eccetera, eccetera. Tutti dobbiamo comportarci da Lecce. Lo facesse anche Braglia. Amen.

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