Editoriali

L'EDITORIALE. Ora qualcuno faccia un passo, ma nessuno può obbligare nessuno a cambiare strada

Ecco il nostro punto di riflessione a poche ore dalla serata dai due volti di ieri

LECCE - Ora che sembra essersi rotto tutto (perchè questa è la nostra impressione), qualcuno deve tirare le somme e fare un passo. Un passo importante per arrivare a una semi-ricomposizione delle assurde vicende autolesionistiche e kamikaze di questi mesi a Lecce. Dove tutto era perfetto per un'annata super, ma si sa farsi del male è la nostra arte migliore. Abbiamo tutto per far bene, squadra, pubblico, società e allenatore. E invece siamo qui a parlarci addosso, noi compresi.

Le due foto di ieri sera parlano chiaro, le abbiamo sovrapposte sopra con i nostri grafici: la Nord festante al fischio d'inizio, la Nord che ritira stendardi e striscioni all'ingresso in campo di Chiricò, con tutto quello che conosciamo ed è inutile qui tornare a ripetere.

Una cosa, quella sì, ci sembra scontata: la Nord canta, la Nord contesta, la Nord è padrona di sè stessa. Quale contratto di lavoro avrebbero firmato gli ultras per sostenere scelte che hanno lungamente avvisato di non gradire? C'è un contratto tra gli ultras e la loro attività di sostenitori accesi? Non ci pare: gli ultras cantano, gli ultras contestano. Punto. Il resto dello stadio non può obbligare la Curva Nord a nulla (è reciproco, ovviamente!), ma è paradossale che insulti e urla arrivino da una parte all'altra della tifoseria della stessa squadra.

Insulti, poi, che arrivano da una parte dello stadio che non brilla per coerenza quando il Lecce gioca male e perde, quando c'è uno stop sbagliato, un tiro alto, una sostituzione imprecisa. Una parte dello stadio che ha accolto in Tribuna Centrale tra strette di mano e pacche sulle spalle il Presidente dell'illecito. Una notizia che oggi cade proprio a fagiolo sulle nostre valutazioni (CLICCA QUI PER IL NOSTRO ARTICOLO E LA FOTO DI PIERANDREA SEMERARO ALLO STADIO).

Ecco, forse saremo chiusi mentalmente ma ancora non accettiamo l'idea che sia logico e piacevole farsi violentare moglie e figlia e fare pure i complimenti allo stupratore. Per questo non comprendiamo perchè parte dello stadio debba contrapporsi ad altra parte. Ognuno faccia il suo: gli ultras non vogliono cantare? Si facciano avanti quelli della Est (pare che esistano, almeno sui volantini...), quelli della Centrale, quelli della Sud, chiunque.

Per il resto ora serve un passo: la vicenda Chiricò non può diventare uno stillicidio, per il bene di un ottimo Lecce, di una squadra in salute, ben allenata, di un gruppo societario sano. L'hanno capito anche Falco e compagni (CLICCA QUI PER L'INTERVISTA): i calciatori percepiscono che c'è bisogno di chiarezza e non di lanciare "sfide".

Se il Collegio di Garanzia del CONI dovesse riportare in B una, due o tre squadre dalla C allora si riaprirà il mercato per le ripescate per sentenza. E' l'ultima scialuppa di salvataggio prima di rompere tutto.

Benedetta sosta di campionato...

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