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ANTICALCIO LECCE, il Catania fa a pezzi una squadra ai confini del RIDICOLO. RIZZO INADEGUATO: ora tolga il disturbo

I giallorossi "massacrati" 3-0 al "Cibali - Massimino": ecco la nostra cronaca, ora rischia il mister

CATANIA - Il Lecce non c'è.

Il tonfo di Catania è amaro, amarissimo, in prospettiva preoccupa soprattutto la sensazione di impotenza, di inferiorità e di nullità di calcio di Roberto Rizzo, che è riuscito a sbalordirci, regalando trenta metri di campo in lungo e in largo (tutta la mediana) a un Catania devastante, e pensare che si trattava di un insieme di nuovi acquisti, tanti, di fronte al "collaudato" Lecce. Che ha offerto una prova al confine tra il ridicolo e lo spaventoso, da guardare sotto agli occhi ancora più impietriti, come abbiamo fatto noi. Una dimostrazione di inferiorità tattica e di pochezza che entra nella storia almeno degli ultimi vent'anni giallorossi: da Lenzi e Pereni in panchina non avevamo visto così tanta inadeguatezza. Via subito un tecnico palesemente incapace di guidare una squadra costruita a suon di milioni di Euro e che invece ha il suo stesso spirito. Nullo. Via subito (FOTO SOTTO LA DELUSIONE DI PERUCCHINI).

Confusione tattica - Il Lecce scende in campo con la formazione annunciata in partenza, unica eccezione Drudi, confermato al centro della difesa nonostante il recupero di Marino che si accomoda in panchina. Nel tridente c'è Lepore, che poi farà la mezz'ala e il difensore di destra e che probabilmente con altri venti minuti avrebbe anche parato, nelle intenzioni di Rizzo. L'avvio di gara è la fotocopia dei primi 22 minuti di Lecce-Trapani: giallorossi in balia degli avversari, centrocampo inesistente, Arrigoni mandato al massacro in mezzo con tutti i suoi limiti, gli stessi di sempre, lento e impacciato. Dall'altra parte Lodi "accende" il Catania, con tocchi di prima e verticalizzazioni "fulminanti", godendo di una libertà d'azione da partitella del giovedì, anche in 5 contro 2 a centrocampo. E in fase di non possesso (poche volte, visto che il pallino c'è l'ha sempre il Catania) gli etnei "circondano" sin da subito Arrigoni, inaridendo le fonti di gioco giallorosso. Noi, degli ignoranti su una Tribuna Stampa, lo percepiamo al 6' minuto, Rizzo resta a guardare 93. Il Lecce prova ad allentare la pressione con Lepore dalla distanza, dopo 7 minuti: resterà a lungo l'unico mezzo tiro verso la porta di Pisseri. Si intuisce come il gol sia nell'aria: il Catania, spinto da Russotto, domina in maniera incontrastata (e Rizzo lo guarda farci "a fette" senza cambiare niente): solo Perucchini salva due volte con un paio di uscite tempestive nei primissimi minuti.

Schiantati - Al 20' la giusta punizione per un Lecce senza uno straccio di idea: grande azione di Russotto, Perucchini salva su di lui e sulla ribattuta di Caccetta, ma non può nulla sul tocco ravvicinato di Biagianti che spinge il Catania in orbita (FOTO SOPRA IL GOL). La reazione del Lecce? Un colpo di testa di Caturano e un diagonale di Lepore, dal 24' alla mezz'ora. Nel finale di tempo si accendono gli animi: tre ammonizioni a Esposito, Perucchini e Cosenza in appena quattro minuti e l'allontanamento per proteste del tecnico siciliano Lucarelli. Il Lecce vorrebbe un rosso diretto per Esposito (fallo duro su Di Matteo), ma visto e rivisto anche ai replay il contatto è di gioco, nel tentativo di cercare un pallone vagante, durissimo, non una violenza consumata deliberatamente.

Disfatta - Nella ripresa Rizzo prova a correre ai ripari: fuori Arrigoni o la sua controfigura, dentro Pacilli che va a sistemarsi nel tridente, con Lepore arretrato mezz'ala e Armellino in regia. La mossa non regala nessun frutto positivo, a parte qualche guizzo di Pacilli (su un tiro del fantasioso esterno d'attacco giallorosso Pisseri deve "volare" alla sua destra a mano aperta). Mancosu "divora" con un diagonale alto il possibile pari e allora il Catania rimette in moto il treno che passa e ripassa sopra al malcapitato Lecce: Marchese e Russotto affondano i giallorossi con due marcature nel finale, la prima un'azione da spiaggia, con Lodi che al volo tocca morbido verso Marchese che conclude anche lui al volo (Perucchini è fuori dai pali), la seconda è un assist nel deserto della difesa del Lecce di Curiale per Russotto lanciato dritto per dritto davanti al povero Perucchini. Finisce 3-0. Società chiamata a riflettere in maniera ineludibile: non è Roberto Rizzo l'uomo giusto per questa "corazzata".

TABELLINO

CATANIA-LECCE 3-0

Marcatori: Biagianti al 20' p.t., Marchese al 33' s.t., Russotto al 36' s.t.

Catania (3-5-2): Pisseri; Aya, Tedeschi, Bogdan (dal 28' s.t. Blondett); Esposito (dal 16' s.t. Semenzato), Caccetta (dal 39' s.t. Di Grazia), Lodi, Biagianti (dal 28' s.t. Fornito), Marchese; Russotto (dal 39' s.t. Bucolo), Curiale. (Martinez, Manneh, Djordjevic, Ripa, Mazzarani, Rossetti, Correia). Allenatore Lucarelli.

Lecce (4-3-3): Perucchini; Ciancio (dal 22' s.t. Tsonev), Cosenza, Drudi, Di Matteo; Armellino, Arrigoni (dal 5' s.t. Pacilli), Mancosu; Lepore, Caturano, Torromino. (Chironi, Vicino, Riccardi, Valeri, Megelaitis, Marino, Lezzi, Dubickas, Gambardella). Allenatore Rizzo.

Arbitro: Massimi di Teramo (Affatato-Rossi).

Note: spettatori 10mila circa, allontanato dal terreno di gioco l'allenatore del Catania Lucarelli al 45' p.t. per proteste, ammoniti Esposito, Perrucchini, Cosenza, Drudi.

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